«Non morirò di tumore, appena non ce la faccio più, mi ucciderò a casa e mi troverai tu.
Un motivo in più per tenere Messina Denaro sotto controllo costante nella sua cella all'interno del carcere delle Costarelle dell'Aquila. In particolare, a seguito del ritrovamento del particolare "pizzino", a Matteo Messina Denaro il penitenziario di massima sicurezza di Preturo ha applicato il regime di "grande sorveglianza", che prevede l'installazione di telecamere non solo nella cella, esclusivamente riservata al detenuto "eccellente", ma anche nel bagno, per evitare possibili e improvvisi gesti inconsulti.
Sempre per poter intervenire in tempi rapidissimi da parte degli uomini del Gom (Gruppo Operativo Mobile, il Corpo speciale della Polizia Penitenziaria, i soli a poterlo avvicinare) il "blindo" (ovvero la sua porta blindata) è tenuta sempre aperta.
Dal 17 gennaio, data di arrivo nel carcere di massima sicurezza dell'Aquila, il capomafia viene sottoposto a chemioterapia (a oggi sono state quattro le sedute cui è stato sottoposto) direttamente in cella ed è seguito da una equipe di medici. «Le cure nei confronti stanno continuando come da programma e lo stato di salute è buono compatibilmente alla malattia». E' quanto emergenza da fonti mediche in riferimento alle sue condizioni di salute.