La Spoon River del pallone: viaggio fra i campioni (scomparsi) del Nordest

Sabato 22 Luglio 2017 di Gigi Bignotti
La copertina del libro
La Spoon River del pallone è un libro per cultori di quel mistero senza fine bello che è il calcio ed entra di diritto nei gioielli della letteratura sportiva inaugurata 65 anni fa da Gianni Brera (con il romanzo L'avocatt in bicicletta). L'autore è Gigi Garanzini, decano dei giornalisti sportivi, che nelle 300 pagine de "Il minuto di silenzio" (Mondadori, 18 euro) racconta la storia di 134 protagonisti scomparsi dipingendo da maestro l'epopea del calcio. Lo fa attingendo a piene mani nel Nordest a partire da due miti come il paron Rocco e il vecio Bearzot, grandi amici e compagni di bevute del 69enne scrittore biellese di nascita (ma langarolo d'adozione ci tiene a precisare). Fa rivivere gli eroi di un calcio leggendario con tappe a Verona e a Trieste (città fra le più visitate con ben 6 ritratti), in Friuli e nel Vicentino passando poi da Padova e da Treviso. La Marca ha un solo protagonista, ma è quel Gipo Viani, inventore del ruolo del libero. E non è poco.
Non manca un volo in Laguna per ricordare le gesta di Valentino Mazzola (prima della cessione record al Grande Torino) e per celebrare il Mago ovvero quell'allenatore - scrive Garanzini - dopo il quale è cambiato il modo di intendere il calcio: prima si identificavano le squadre con i grandi campioni, da HH e dal Paron in poi è stata sempre l'Inter di Herrera e il Milan di Rocco. Il Mago (che ha vissuto a lungo ed è morto a Venezia il 9 novembre di 20 anni fa) è l'unico personaggio a cui Garanzini dedica più di due pagine.
Nel libro c'è davvero tanto football d'antan: da Amadeo Amadei (il Fornaretto che esordì in serie A a 16 anni) a Gastone Zanon, uno dei perni della difesa del Padova di Rocco (gli altri furono Blason, Azzini e Scagnellato). Gustoso l'aneddoto: Piacere sono Gastone Zanon, la mano che le porgo ha avuto l'onore di stringere i c... di Guglielmo Gabetto (noto bomber dell'epoca, ndr).
Garanzini è fulminante: i personaggi e le loro storie scorrono in scioltezza: non sono in banale ordine alfabetico nè cronologico. Seguono un percorso - Una passeggiata sulla collina studiata da mia moglie Maria rivela l'autore - che pare un mosaico che via via va a comporre la storia del gioco più bello del mondo i suoi campioni indimenticabili, ma anche tanti semi sconosciuti come il padovano Piero Pastore (ex Juve e Milan nel primo 900) famoso per essere diventato attore come Raf Vallone, che gli viene accostato. E ancora altri eroi che hanno sempre qualcosa di epico o rappresentano un momento chiave della storia del calcio, un passaggio importante per un pallone che, ahinoi, non esiste più, soppiantato dal calcio-business.
Sulla collina del Nordest troviamo il bomber con gli occhiali, Annibale Frossi, classe 1911, friulano doc e giocatore di Udinese, Padova e Triestina, poi c'è il mister Ferruccio Valcareggi, altro triestino purosangue, allenatore della Nazionale per 8 anni dal 1966 al 74. E ancora Gino Capeo Cappello, padovano classe 1920, padre nobile di Vendrame e Zigoni, attaccante di classe molto amato da Brera. E poi ancora dal Nordest i ritratti di Giorgio Ferrini, centrocampista campione europeo nel 68, altro triestino, stroncato da un'emorragia a soli 37 anni. Non manca Giuseppe Virgili, udinese doc, bomber dimenticato ma autore - proprio come Pablito Rossi - di 3 gol al Brasile il 25 aprile 1956 a San Siro. E per finire (altro eroe su cui è sceso l'oblio) quel Massimo Della Pergola, ultimo del sestetto triestino, ebreo deportato nel Vallese, che tornò vivo e ebbe il merito di creare la Sisal con 2 soci e inventare il Totocalcio.
Nella Spoon River c'è posto ovviamente  anche per mitici giornalisti che hanno dato tanto allo sport come Arpino, Brera, Del Buono e Soldati. Insomma un libro che per un appassionato di calcio è doveroso leggere. Magari anche due volte.
 
Ultimo aggiornamento: 11:40 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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