Mauro Repetto, cosa fa oggi l'ex 883: «Ho scritto "gli Anni" ma non l'ho mai voluta firmare. Max Pezzali? Era il mio compagno di banco, ma non ci cerchiamo»

Venerdì 10 Novembre 2023
Mauro Repetto, cosa fa oggi l'ex 883: «Ho scritto "gli Anni" ma non l'ho mai voluta firmare. Max Pezzali? Era il mio compagno di banco, ma non ci cerchiamo»

Tutti l'hanno sempre considerato il ballerino che improvvisava passi di danza dietro a Max Pezzali. In realtà Mauro Repetto, fondatore insieme a Pezzali degli 883, di quella band era la mente.

Insieme a Pezzali, ad esempio, ha scritto Gli anni, uno dei più grandi successi pop del gruppo, e non lo ha firmato e all'apice del successo è scomparso, fuggendo negli Stati Uniti alla ricerca di una modella che non incontrerà mai. Tornato in Italia ha ricominciato da un livello basso di Disneyland a Parigi. La sua storia è raccontata nel libro "Non ho ucciso l'Uomo ragno" (Mondadori) dove Repetto svela aneddotti e smentisce leggende. Come racconta a FanPage.  

L'Uomo ragno è Falcone?

La prima leggenda riguarda proprio una canzone iconica: "Hanno ucciso l'uomo Ragno". «Non è mai stata dedicata al tragico dramma di Falcone, era un altro film, era il comics, era il Bronx a New York, come ce lo immaginavamo, era veramente Peter Parker che era un po' come me e Max, un banalone che però aveva delle ambizioni enormi».

Perché non ha firmato "Gli Anni"

«Gli anni' è l'ultima canzone che scriviamo assieme io e Max, è proprio il triplice fischio finale - racconta - ‘Stessa storia, stesso posto, stesso bar', mi rendo conto che la canzone è bellissima, ma io non voglio né la stessa storia, né lo stesso posto, né lo stesso bar, pur rendendomi conto che una canzone mitica e che mi piace di brutto. Io voglio andarmene via, voglio andare alla settimana della moda, voglio conoscere una donna che per me è la più bella del mondo, in quel momento».

La fuga negli Stati Uniti

«Stavo bene con Max, stavo bene a Pavia, stavo bene con i miei genitori – perché all'epoca vivevamo ancora coi nostri genitori -, ma ho questo tappo che voglio far esplodere e Gli anni segnano, non la claustrofobia, ma la decisione finale irreversibile: devo andarmene via perché voglio un'altra storia, un altro posto e un altro bar a New York, Los Angeles, a Miami, sull'Ocean Drive e ci vado. Quindi la mia onestà intellettuale mi porta ad andare via senza firmare questa canzone, perché anche se chiaramente è l'ultima che abbiamo fatto assieme ma non mi appartiene, è un altro film, io voglio diametralmente un'altra direzione, anche se mi rendo conto che è una canzone bellissima".

Il cowboy a Disneyland

«Io ho cominciato a Disney dicendo che ero laureato in Lettere e mi hanno messo a fare il cowboy la mattina dopo. Ho fatto il cowboy fino che un italiano che era vice direttore del parco mi ha riconosciuto e mi ha chiesto cosa ci facessi lì e mi ha messo nel dipartimento più bello della Walt Disney Company, dove sono ancora attualmente, quindi ho ricominciato da zero, proprio che non volevo barare, volevo darmi tutta l'energia verso il passato senza guardarmi o guardare neanche nello specchietto retrovisore. Ricominciare da zero, vestito da cowboy – che è meno di Pippo o comunque come Pippo -, mi ha permesso veramente di avere tutta l'energia tesa a cercare nuove ragazze, nuovi riferimenti, nuovi bar, nuove storie, nuovi momenti nel mio quartiere di Bastille, dove abitavo e dove abito ancora adesso a Parigi».

Cosa fa oggi

Repetto ha ormai una posizione, è event executive per Walt Disney company, e può sfatare un po' di miti sul suo passato e raccontare quello che è successo. Il suo ritorno, però, non prevede che a quella canzone si possa aggiungere la sua firma: "No, non la cercherò mai, proprio perché volevo andarmene via con questa canzone, è come se lasci una ragazza però provi ad uscire ancora con lei, almeno il venerdì, insomma no, lasci una ragazza perché vuoi andare altrove, quindi non ho più guardato questa ragazza, né questa ragazza mi ha proposto: ‘Vuoi uscire con me?'. Nessuno mi proporrà mai di firmare Gli anni e io mai chiederò di firmare Gli anni perché me ne sono andato via e volevo andare via per i motivi che ti ho spiegato".

Il rapporto con Max Pezzali

«Non siamo più compagni di banco - dice - ma se fosse qui sghignazzaremmo 4 ore assieme. L'ultima volta che l'ho visto, all'Arena di Verona con Amadeus, abbiamo passato una serata a sghignazzare. Quindi non è che c'è un rapporto da zio che devi chiamare per sapere come sta, non ci cerchiamo ma quando l'attualità vuole che ci troviamo ti assicuro che è come al liceo. Però non siamo colleghi, non siamo mai stati colleghi, siamo stati veramente compagni di banco anche quando eravamo negli 883, se il caso veramente ci portasse assieme sono sicuro che saremo contenti tutti e due, ma deve venire da solo, non ci cerchiamo».

Ultimo aggiornamento: 11 Novembre, 08:34 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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