Il padre padovano: la sonda Rosetta
a cento chilometri dalla cometa

Martedì 5 Agosto 2014 di Alberto Beggiollini
Il padre padovano: la sonda Rosetta a cento chilometri dalla cometa
1
PADOVA - «Non possiamo ancora scrivere la parola fine, ma indubbiamente è un bel traguardo "intermedio". Siamo contentissimni».

Così il professore Cesare Barbieri, il padre padovano della missione Rosetta, annuncia l’arrivo della sonda ad appena cento chilometri (un’inezia, nelle distanze stellari) dal suo bersaglio, la cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko, inseguita per ben 10 anni con un lungo e tortuoso viaggio attraverso il sistema solare. Non è solo la fine di un incredibile viaggio, è piuttosto un capitolo decisivo nella storia degli studi astronomici. Una sorta di record: nel 1986 la sonda Giotto arrivò a 560 chilometri dalla cometa Halley, incrociando velocemente la sua coda ad oltre 20 chilometri al secondo. Rosetta, invece, arriva e si ferma lì, almeno fino al dicembre 2015, per poi riprendere il suo viaggio, legato all’energia fornita dai suoi pannelli solari.

«Da quando è partita la missione sono trascorsi dieci anni, ma noi in realtà cominciammo gli studi preparatori ben prima, nel 1995 - continua Barbieri -. Adesso finalmente "arriviamo" su una cometa assolutamente diversa dalle altre studiate fin qui: la 67P è costituita da una specie di corpo doppio, unito da un collare, un "ponte", che sembra contenere anche ghiacci d’acqua». Ma non bisogna pensare subito a ipotetiche forme di vita. «No davvero - aggiunge Barbieri -. Possiamo pensare piuttosto a "mattoncini fondamentali", con materiali pre-biotici, o aminoacidi, che potrebbero anche costituire una tappa fondamentale per lo sviluppo di forme di vita future. Del resto, sulla nostra Terra la vita nacque probabilmente proprio in seguito ad una pioggia di comete».

Per festeggiare l’evento, l'Esa organizza oggi una celebrazione all’European Space Operations Centre di Darmstadt, in Germania. La missione di Rosetta rappresenta infatti una grande scommessa per l'Europa come per l'Italia, considerando che sono italiani otto dei 21 strumenti a bordo della sonda e del lander Philae (battezzato così da una ragazza italiana).

«A Padova - dice Barbieri - festeggeremo il 14 ottobre, con una giornata dedicata interamente alla figura di Bepi Colombo», il "meccanico del cielo", il fisico astronomo padovano che legò il suo nome al "satellite al guinzaglio" e alla sonda Giotto, uno dei cervelli più brillanti della Nasa.

Da oggi, una volta posizionata a così breve distanza, Rosetta comincerà ad attivare tutti i suoi strumenti, per cercare di tracciare un quadro dettagliato dell'ambiente di polveri e gas che circonda il nucleo della cometa, così come del suo campo magnetico. E saranno prodotte nuove immagini ad alta definizione della superficie, che serviranno per scegliere entro ottobre il sito di atterraggio di Philae, più un secondo sito da usare in caso di emergenza.

Già si è scoperto che la temperatura superficiale della cometa è di circa meno 70 gradi, più calda di quasi 30 gradi rispetto alle attese. Un risultato interessante, che può indirizzare sulla composizione e le proprietà fisiche della superficie.

Da oggi, quindi, Rosetta inizierà a volare intorno alla cometa, per osservarla a 360 gradi, avvicinandosi sempre di più. «Per l'11 novembre il modulo Philae, una parte di Rosetta - specifica Barbieri -, atterrerà sulla superficie della cometa. È la prima volta che si tenta una cosa simile e le incognite sono molte. Philae dovrà atterrare attorno a quella data perchè altrimenti, quando la cometa supererà l'orbita di Marte, le temperature si alzeranno e questo creerà una nube di gas e polveri».

È giustamente orgoglioso del traguardo il professore Barbieri, e con lui tutto il mondo scientifico padovano. La sonda Rosetta e la sua missione parlano decisamente la nostra lingua. I successi finora ottenuti sono stati possibili grazie ad un finanziamento dell'Agenzia spaziale italiana al Cisas-Università degli Studi di Padova tramite un accordo Asi-Inaf. I principali referenti sono il Centro di Ateneo di studi e attività spaziali Colombo (Cisas), i dipartimenti di Fisica e Astronomia, Geoscienze, Ingegneria dell'Informazione e Cnr-Ifn, Ingegneria industriale in partnership con l'Università di Trento e l'Inaf di Padova e Trieste. Il team Cisas assicura inoltre la perfetta funzionalità di elementi critici di Osiris, in particolare degli otturatori.
Ultimo aggiornamento: 12 Agosto, 14:43

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci