Morto Francesco Rosi, addio
al grande regista: aveva 92 anni

Sabato 10 Gennaio 2015
Morto Francesco Rosi, addio al grande regista: aveva 92 anni
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VENEZIA - Dopo Pino Daniele è mancato un altro immenso protagonista della cultura. E' morto infatti oggi a Roma Francesco Rosi, regista di capolavori indelebili come "Mani sulla città", "Cadaveri eccellenti", "Lucky Luciano", "Diario Napoletano" e Leone d'oro alla carriera a Venezia nel 2012.: aveva 92 anni.



Rosi è morto a Roma, dove si era trasferito parecchi anni fa dopo una gioventù fervente a Napoli. Nella città partenopea frequentò il liceo Umberto nello stesso periodo in cui studiavano Giorgio Napolitano, Raffaele La Capria, Antonio Ghirelli.



Nel 1946 iniziò la sua carriera nel mondo dello spettacolo come assistente di Ettore Giannini per l'allestimento teatrale di «'O voto» di Salvatore Di Giacomo. Fu regista di Luchino Visconti per i film «La terra trema» (1948) e «Senso» (1953), e dopo varie sceneggiature (Bellissima, 1951, Processo alla città, 1952) gira alcune scene del film «Camicie rosse» (1952) di Goffredo Alessandrini. Nel 1956 co-dirige con Vittorio Gassman il film «Kean - Genio e sregolatezza».



Nel 1958 diresse il suo primo lungometraggio, «La sfida», che ottenne il consenso di critica e pubblico. L'anno successivo dirige Alberto Sordi in I magliari (1959), nel quale l'attore romano è un immigrato, che fa la spola tra Amburgo e Hannover e che si scontra con un boss napoletano per il controllo del mercato delle stoffe.



Inaugura il florido filone dei film-inchiesta, ripercorrendo la vita di un malavitoso siciliano attraverso una serie di lunghi flashback in Salvatore Giuliano (1962), e l'anno successivo dirige Rod Steiger nel suo capolavoro Le mani sulla città (1963), nel quale denuncia con coraggio le collusioni esistenti tra i diversi organi dello Stato e lo sfruttamento edilizio a Napoli. La pellicola viene premiata con il Leone d'Oro al Festival di Venezia. Questi due film sono generalmente considerati i capostipiti del cinema ad argomento politico, che vedrà in futuro spesso la recitazione duttile e spontanea di Gian Maria Volontè.



Dopo Il momento della verità (1965), Rosi si concede una migrazione in un film favolistico C'era una volta... (1967), con Sophia Loren e Omar Sharif, fresco del successo ottenuto dal film Il dottor Zivago (1966), anche se Rosi aveva inizialmente richiesto per la parte Marcello Mastroianni. Negli anni settanta torna ai temi di sempre rappresentando l'assurdità della guerra con Uomini contro (1970), parla della scottante morte di Enrico Mattei in Il caso Mattei (1972) e Lucky Luciano (1973), tutti con grandi prove di Gian Maria Volontè. Riscuote un notevole successo il capolavoro Cadaveri eccellenti (1976, tratto dal romanzo Il contesto di Sciascia), con Lino Ventura, e realizza la versione cinematografica di Cristo si è fermato a Eboli (1979), tratto dall'omonimo romanzo di Carlo Levi e sempre con Volonté protagonista. Dopo un altro successo come Tre fratelli (1981), con Philippe Noiret, Michele Placido e Vittorio Mezzogiorno, vorrebbe trasportare sul grande schermo il romanzo La tregua di Primo Levi, ma il suicidio dello scrittore (11 aprile 1987) lo fa rinunciare (realizzerà la pellicola solo nel 1997), e dirige un adattamento cinematografico della Carmen (1984) con Plácido Domingo. Successivamente lavora a Cronaca di una morte annunciata (1987), tratto dal romanzo di Gabriel García Márquez, che riunisce un grande cast alla corte di Rosi, Gian Maria Volontè, Ornella Muti, Rupert Everett, Anthony Delon e Lucia Bosè; il film fu girato in Venezuela ed in Colombia (Mompox). Gira poi Dimenticare Palermo (1990), con James Belushi, Mimi Rogers, Vittorio Gassman, Philippe Noiret e Giancarlo Giannini. Torna poi alla regia teatrale con le commedie di Eduardo De Filippo: Napoli milionaria, Le voci di dentro e Filumena Marturano, tutte interpretate da Luca De Filippo. Nel 2005, per il film Le mani sulla città, gli verrà conferita la laurea ad honorem in "Pianificazione territoriale urbanistica ed ambientale" presso l'università Mediterranea di Reggio Calabria.



Nel 2008 gli è stato assegnato l'Orso d'Oro alla carriera al Festival di Berlino, nel 2009 la Legione d'Onore, nel 2010 l'Alabarda d'oro alla carriera e il 10 maggio 2012, il Cda della Biennale di Venezia approva all'unanimità la proposta del suo direttore, Alberto Barbera, di conferire il Leone d'oro alla carriera al regista in occasione della 69ª edizione della mostra[1]. Nel 2013 alla presenza del Ministro dei beni culturali Massimo Bray, gli viene consegnata la cittadinanza onoraria della città di Matera.



Ultimo aggiornamento: 14:35

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