Legge di stabilità, il Tesoro studia una manovra da 25 miliardi

Domenica 14 Agosto 2016 di Michele Di Branco
Legge di stabilità, il Tesoro studia una manovra da 25 miliardi
La gelata di Ferragosto, con l'Istat che certifica il Pil a quota zero nel secondo trimestre preoccupa. Ma il dato era atteso e al ministero del Tesoro non si rassegnano affatto ad una legge di Stabilità giocata solo sulla difensiva per mettere una pezza a quei 4 miliardi che potrebbero mancare per effetto della crescita che rallenta rispetto all'1,2% stimato dal governo e ormai irraggiungibile. «Puntare tutto sullo sviluppo e sulla produttività», ecco le parole d'ordine che arrivano dal dicastero di Via XX Settembre.

LE IPOTESI
Dove qualche calcolo, sull'entità della manovra, hanno cominciato a farlo. Si parla di un possibile intervento da 25 miliardi di euro. Ma, si confida, potrebbero essere anche molti meno (poco più di 20) se il negoziato di settembre con Bruxelles sulla flessibilità dovesse produrre frutti maturi. Palazzo Chigi, spiegano fonti vicine a Renzi, giocherà la carta delle riforme già realizzate ma soprattutto in marcia (tra cui la riforma costituzionale, condizionata però dall'esito del referendum) per strappare ai partner europei nuovi spazi fiscali di manovra e per alleggerire il peso della legge di Bilancio. Il deficit già concordato per l'Italia parla di un obiettivo dell'1,8% nel 2017 mentre il Paese viaggia intorno al 2,3%. E' all'interno di quella forbice che il governo tenderà di strappare margini utili da sfruttare nella composizione della legge di Stabilità.
 
Una cosa è certa, assicura chi segue il dossier, i saldi 2016 sono in ordine e non ci sarà bisogno di alcuna manovra correttiva anche se, ovviamente, la nota di aggiornamento al Def dovrà tagliare la crescita di quest'anno sotto l'1% (forse lo 0,8) e questo elemento non potrà non avere ripercussioni sull'anno prossimo. Al governo non resta che scommettere sui restanti 6 mesi dell'anno rimettendo in moto anche una produzione industriale al palo. Si guarda quindi alla manovra per il 2017 come ad un'occasione per rilanciare la ripresa, una manovra espansiva, con l'obiettivo di spingere sui redditi e quindi sulla potenzialità dei consumi.

I margini sono però assottigliati dallo sminamento della clausola da 15 miliardi sull'aumento dell'Iva che sarebbe un colpo mortale proprio ai consumi che l'esecutivo intende spingere. Sul fronte pensioni il governo ne mette sul piatto 1,5 (di cui 700 milioni solo per finanziare la flessibilità in uscita) con l'impegno di trovarne altri, come reclamano i sindacati. Si discute così anche dell'ipotesi di intervenire in due fasi scrivendo comunque sulla manovra 2017-2019 il timing dell'intervento. Sono in ballo inoltre i 500 milioni da destinare alla lotta alla povertà che lo stesso governo indica come risultato dei risparmi nel caso di una vittoria del «si» al referendum costituzionale. Nel menù (oltre alla riduzione già coperta dell'Ires dal 27,5 al 24%) figurano anche un taglio selettivo dell'Irap (400 milioni), il rinnovo (dimezzato ma esteso anche ai non neo-assunti) della decontribuzione sui contratti (600 milioni) e la proroga degli Ecobonus (2 miliardi) che hanno impresso una forte spinta all'edilizia. Quanto alle coperture, la strategia di fondo appare già tracciata. Tagli alle tax expenditures, 2 miliardi dalla voluntary disclosure bis e da una spending review resa più efficiente - spiega il Mef - dalla riforma del bilancio. «Le possibilità e gli spazi per fare una buona legge di Stabilità ci sono, a patto di avere chiaro tutti che, quando la crescita rallenta, bisogna parlare meno di misure redistributive sulle pensioni e più di misure fiscali a favore di investimenti e lavoro» avverte il viceministro Enrico Zanetti.

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