Meno dirigenti. E con i soldi risparmiati per ogni posto ridotto, l’assunzione di due super-esperti da inserire nell’area delle elevate professionalità, la “quarta” area del pubblico impiego creata con l’ultimo contratto.
La questione è arrivata anche sul tavolo del ministro per la Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo, che è in attesa che la Ragioneria “validi” la direttiva madre, il primo atto per la convocazione dei sindacati per il rinnovo dei contratti. Una direttiva che, tra le altre cose, rilancia proprio il ruolo dell’area dei super-esperti. Ed in effetti, se la domanda, da tempo, è come fare ad attirare nella Pubblica amministrazione i migliori giovani talenti sul mercato concorrendo con il privato, l’area delle «elevate professionalità» è sembrata una risposta convincente. Una collocazione negli organici dei ministeri e delle altre amministrazioni pubbliche al di sopra dei funzionari ma subito sotto la dirigenza statale.E con uno stipendio di tutto rispetto: fino a 70 mila euro lordi l’anno. Peccato però che questa “Quarta area” creata con l’ultimo contratto del pubblico impiego sia rimasta fino ad oggi sulla carta. O quasi. Il primo, e per ora unico, ministero a creare 100 posizioni nelle «elevate professionalità», è stato quello della Cultura, guidato da Gennaro Sangiuliano. E lo ha potuto fare perché nel decreto Pa-bis, ha ottenuto i fondi necessari per assumere gli esperti.
IL PASSAGGIO
Il principale problema della Quarta area infatti rimane quello delle risorse, Le amministrazioni devono finanziare queste assunzioni con fondi propri e nei limiti delle proprie capacità assunzionali. Significa, che per assumere un super-esperto, dovrebbero rinunciare a rimpiazzare due funzionari. L’idea invece di “cancellare” posizioni dirigenziali di seconda fascia, dove le retribuzioni viaggiano anche intorno ai 130 mila euro, permetterebbe di assumere due esperti senza intaccare i posti da funzionario. «L’istituzione di un’area dedicata ai funzionari di elevata professionalità», secondo Naddeo, «potrebbe trasformarsi in un vero e proprio vivaio per l’emergere di dirigenti dotati di spiccate capacità manageriali e gestionali». Ragione per cui, sempre secondo il presidente dell’Aran, la selezione di queste figure potrebbe essere affidata ad un corso-concorso della Sna, la Scuola nazionale dell’amministrazione.