Sgominato racket dell'immigrazione:
16 arresti in tutta Italia

Lunedì 12 Maggio 2014 di Elisabetta Batic
Sgominato racket dell'immigrazione: 16 arresti in tutta Italia
2
TRIESTE - Un vero e proprio racket dell'immigrazione stato smantellato dalla Polizia di Stato di Trieste con 16 persone arrestate e altre 13 indagate nell'ambito dell'inchiesta coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia. Risiedevano tutti legalmente nel nostro Paese, con permesso di soggiorno o in attesa del riconoscimento dello stato di rifugiato, i dieci tra afgani e pakistani ritenuti al vertice dell'organizzazione criminale che favoriva l'immigrazione clandestina in Europa di loro connazionali. La Polizia di Trieste, in stretta collaborazione con quella di Frontiera, ne ha arrestati sei (tutti organizzatori della tratta di esseri umani), quattro sono ancora latitanti. Si presume siano fuggiti in Paesi del Nord Europa che era la destinazione finale cui aspiravano gli immigrati irregolari. L'operazione, definita «Transit» e durata oltre un anno, ha condotto all'arresto anche di dieci passeur (otto in Italia, in Fvg, e due in Romania). Il viaggio dei clandestini, un centinaio quelli intercettati, costava dai 5mila ai 10mila dollari e poteva durare fino a due anni. L'organizzazione minacciava i familiari rimasti nei Paesi di origine affinchè pagassero il prezzo del viaggio. «Hanno dovuto sopportare viaggi lunghi anche con tratti a piedi - ha spiegato la dirigente della Polizia di Frontiera Manuela De Giorgi - sono stati costretti a stare in alloggi in condizioni estremamente precarie, a volte anche al freddo e senza mangiare per diversi giorni». Arrestato in Lombardia Iqbal Zafar, la mente organizzatrice della tratta, che nella sua abitazione in provincia di Brescia ospitava migranti in procinto di essere trasferiti da Milano in Germania. Gli organizzatori, per attuare l'illecito traffico si servivano di «autisti» in entrata e in uscita dal Paese che utilizzavano anche bus/furgoni di linea in partenza da città poste tra Milano e Verona. La città di Udine emerge grazie al domicilio di due cittadini afgani che collaboravano col sodalizio criminale introducendo in Italia cittadini extracomunitari. «Fondamentali - ha detto il capo della Squadra Mobile Roberto Giacomelli - i contatti con le Polizie Croata e Slovena» al fine di sgominare quello che il Procuratore Capo della Repubblica di Trieste Carlo Mastelloni ha definito «un sodalizio criminoso transnazionale dai contorni torbidi e variegati».







Ultimo aggiornamento: 15:25