(m.cr.) Il presidente del Veneto Luca Zaia arriva in assemblea in ritardo, si siede

Domenica 27 Aprile 2014
(m.cr.) Il presidente del Veneto Luca Zaia arriva in assemblea in ritardo, si siede in prima fila a fianco dell'ex sindaco di Montebelluna Laura Puppato e viene chiamato subito sul palco a sparare a zero contro il nemico pubblico numero 1 ieri a Volpago del Montello. «Quello della Banca d'Italia a Veneto Banca è stato un attacco senza precedenti alla nostra identità e alla nostra autonomia - scandisce Zaia davanti ai quasi 6mila soci dell'istituto trevigiano - che fa parte di un disegno contro tutte le banche territoriali, Popolari o Bcc che siano». Zaia va giù duro: «Quest'attacco fa parte di un disegno neocentralista, di una dittatura finanziaria governata da Roma, dov'era Banca d'Italia quando le nostre imprese chiudevano?», si domanda il presidente veneto, che avverte i soci di Veneto Banca: «Da oggi la battaglia si fa sempre più dura ed è un bene che Consoli sia rimasto». E poi precisa al cronista: «Mai voluta la fusione con Vicenza».
Il socio Roberto Bettega, ex bomber dalla Juve, rilancia la metafora del neo presidente Francesco Favotto sul calcio: «Si vince solo giocando di squadra». E mentre l'ex magistrato Schiavon conferma di studiare una causa contro Banca d'Italia, la senatrice trevigiana Puppato difende Veneto Banca - «La voglio indipendente e in Europa» - e ricorda come le responsabilità di questo scontro con Roma «siano diffuse e arrivino anche da un'assenza della politica». Che a livello locale comunque si è mossa: «I sindaci trevigiani per l'indipendenza della banca sono ormai 54 - ricorda il primo cittadino di Treviso Giovanni Manildo - ora però dobbiamo chiederci cosa possiamo fare noi per l'istituto». Il neo consigliere del cda Luigi Rossi Luciani, ex presidente di Confindustria Veneto, sintetizza così la situazione: «Non è un problema di banca ma di relazioni». A Roma altri contano molto di più. «Valuteremo se partecipare all'aumento di capitale - dice Giuliano Segre, presidente di Fondazione Venezia, ente ben più florido di Cassamarca - anni fa abbiamo investito in Veneto Banca e abbiamo avuto soddisfazioni. Con Vicenza abbiamo rapporti eccellenti, siamo soci insieme in Save e Fenice, ma sulla fusione non mi esprimo». Chi invece la boccia senza appello è Massimo Paglini (Fiba Cisl di Treviso e Belluno): «La fusione avrebbe creato grandi problemi occupazionali. Piuttosto, il nuovo cda dia un segnale e si tagli lo stipendio». Detto fatto e approvato in assemblea.
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