Elezioni, Monti studia le contromosse:
«Adesso larghe intese»

Mercoledì 27 Febbraio 2013 di Alberto Gentili
Mario Monti
ROMA - Il segnali di fumo tra Pier Luigi Bersani e Beppe Grillo sulle presidenze di Camera e Senato allarmano Mario Monti. Non perch il professore voglia per s una poltrona , dicono i suoi, «ma perché per rassicurare i mercati ed evitare una nuova tempesta finanziaria contro l’Italia, non basta di certo un governo del Pd con l’appoggio esterno o interno dei grillini. Ci vuole ben altro».



IL NODO-CREDIBILITÀ

Questo “ben altro”, secondo Monti è una grande coalizione formata da Pd, Pdl e Scelta civica. «Invece Bersani ci vuole mandare all’opposizione. Ma sbaglia. Noi non siamo determinanti numericamente al Senato, ma siamo determinanti per garantire la credibilità del futuro governo di fronte agli osservatori e ai mercati internazionali. Chi si può fidare di un governo sostenuto da Grillo?».



C’è da dire che Monti sta ben attento a fare proposte. Come ha detto lunedì notte commentando i brutti risultati di Scelta civica, «ora sta ad altri avanzare soluzioni». Ma non si aspettava proprio che la proposta di Bersani fosse un governo «da combattimento» con un programma studiato apposta per imbarcare i grillini e far fuori Silvio Berlusconi. «Anch’io sono per la moralità, l’etica e il taglio ai costi della politica», ha argomentato il professore con i suoi, «ma se voglio un’intesa ampia, non comincio da questi temi perché so che faccio scappare Berlusconi...».



Ma c’è di più. C’è che Monti non considera Bersani il vero vincitore delle elezioni. Perché il Pd «ha perso milioni di voti». Perché ha ottenuto la maggioranza alla Camera solo «grazie a un premio di governabilità spropositato, pari al 25%». E, secondo il professore, tutto ciò dovrebbe spingere l’ex alleato di governo a un «atteggiamento più prudente e responsabile». Soprattutto «questa debolezza» dovrebbe consigliare a Bersani di non fare come fece Romano Prodi nel 2006, «cercando di conquistare un grillino per volta». «Così non va da nessuna parte, così danneggia il Paese».



IL PERICOLO-MERCATI

Per Monti, come per Pier Ferdinando Casini che ieri ha riunito i suoi, la soluzione (si diceva) sarebbe un governo di larghe intese con ministri politici. «Ma bisogna far decantare la situazione», dice un suo consigliere, «far calare il fumo delle artiglierie. Occorre che Monti, Berlusconi e Bersani comincino a incontrarsi. E’ difficile, ma non ci sono altre strade: un governo di minoranza esporrebbe il Paese all’attacco della speculazione finanziaria». Tema, quest’ultimo, toccato anche nel vertice con Ignazio Visco (Bankitalia), Vittorio Grilli (Tesoro) e il ministro per l’Europa Enzo Moavero.



Sulla stessa linea si attesta l’Udc, scossa dallo tsunami-Grillo e dall’insuccesso elettorale. Sentite Rocco Buttiglione: «Bisogna fare una grande coalizione che duri cinque anni. Così gli italiani avranno conosciuto non solo i sacrifici, ma anche vantaggi del buongoverno. Un suicidio a favore di Grillo? Il suicidio sarebbe andare al voto tra pochi mesi». E ascoltate Lorenzo Cesa: «Bersani dovrebbe smetterla di inseguire i grillini e accettare l’offerta di Berlusconi. Solo così si può avere un governo stabile».
Ultimo aggiornamento: 09:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA