Spumante, presentato "Serenissima"
prima Doc veneta metodo classico

Lunedì 23 Marzo 2015 di Daniela Boresi
Spumante, presentato "Serenissima" prima Doc veneta metodo classico
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Non solo buon vino e numeri da capogiro. Il Vinitaly è anche storia e novità. E soprattutto bollicine. Il Veneto ora ha una sua Doc specifica per un "metodo classico", la "Serenissima Doc", prodotta in un’area d’oro per il vino, che va dalla Pedemontana delimitata, secondo un disciplinare del 2011, a Nord dalle Alpi e a Sud dalla Pianura Padana e che abbraccia le province di Treviso, Belluno, Vicenza, Padova e Verona. A fare da apripista sulle pendici del Montello con "Opere Serenissima Doc" è "Villa Sandi", della famiglia Moretti Polegato, azienda che produce 5 milioni di bottiglie l’anno, gran parte prosecco con un fatturato di 18 milioni di euro.

«La famiglia Moretti Polegato ha sempre avuto il coraggio di sperimentare - ha sottolineato Luca Zaia, padrino al Vinitaly della nuova Doc - I piccoli imprenditori, se non avessero imprenditori apripista non potrebbero accedere ai mercati internazionali». A spiegare il nuovo nato è Giancarlo Moretti Polegato. Si tratta di uno spumante Doc Metodo Classico con maturazione di almeno 20 mesi. «Da diversi anni eravamo impegnati su questo fronte - ha sottolineato il produttore - ma anche per fare da battistrada per gli altri che vorranno cimentarsi nella "Serenissima Doc", affinchè diventi simbolo della nostra regione».

Di storia parla anche un altro vino rappresentativo delle terre venete, il Prosecco, "competitor" storico del più blasonato champagne.

Il nome di origine di questo nettare che lo scorso anno ha immesso 170 milioni di bottiglie nei mercati dei 5 continenti era Puxinum, come svelato da una ricerca condotta dagli studenti della Fondazione Its Cerletti, presentata al Vinitaly da una delle aziende storiche di Conegliano Valdobbiadene, Carpenè Malvolti. Potrebbe infatti essere proprio il prosecco il vino tanto decantato da Plinio il Vecchio (23 - 79 dc) nella "Naturalis Historia" del primo secolo d.C. «La mia famiglia - ha detto Rosanna Carpenè, presidente della Fondazione e quinta generazione della dinastia - sin dal 1868 si è impegnata per l’affermazione del Prosecco, interpretando mutamenti ed innovazioni che hanno contribuito ad affermare ed amplificare il successo di queste bollicine Docg su scala internazionale». Il termine prosecco su introdotto in etichetta infatti dal bisnonno Etile nel 1924.

Un tuffo nel passato lo ha fatto un altro nobile vino veneto, il Valpolicella doc classico che il Consorzio del Soave ha abbinato alla cucina vegana. Radicchio rosso, scaglie di formaggio vegano alle noci, lasagna con farina di kamut hanno accompagnato i celebre vino rosso che è stato ricordato è frutto della terra scelta da Dante Alighieri durante il suo esilio nel 1300, per piantare le sue viti e dove tuttora il ventunesimo erede del poeta produce uno splendido vino. Ed è proprio la difesa del vitigni autoctoni uno dei punti forte della 49esima edizione. A presentare un manifesto per la "difesa e valorizzazione della biodiversità e dei vitigni autoctoni" sono stati i presidenti dei Consigli regionali, che hanno affidato il documento al sottosegretario delle politiche agricole Giuseppe Castiglione. La preoccupazione è infatti quella che i 544 vitigni della penisola vivano un progressivo depauperamento ed impoverimento. Contenitore di questo cantiere aperto, che vede il Veneto capofila, sarà l’Expo milanese dove si confronteranno i produttori di 160 Paesi.
Ultimo aggiornamento: 24 Marzo, 07:09 © RIPRODUZIONE RISERVATA