L'amicizia nata per le strade del quartiere di Villalba di Guidonia, qualche incontro al bar, i messaggi scambiati sui social e poi la prima passeggiata in un parchetto, che per una sedicenne si è trasformata in una trappola. Quel ragazzo più grande di lei di dieci anni sempre ben vestito e gentile, da confidente per una recente storia finita improvvisamente è diventato un predatore: l'ha immobilizzata su quella panchina, dove fino a poco prima avevano chiacchierato, tenendola stretta per i capelli e spingendole la testa all'indietro per impedirle di muoversi. Un vero e proprio assalto, finito con le minacce quando lei è riuscita a scappare: «Non dire nulla, so dove abiti». L'uomo, un marocchino di 25 anni, dopo la denuncia della ragazzina, ieri è finito in manette con l'accusa di violenza sessuale.
LE INDAGINI
Gli investigatori del commissariato di Tivoli, diretto da Paola Pentassuglia, hanno fatto scattare la custodia cautelare in carcere su disposizione del gip del tribunale di Tivoli.
A trattare il caso gli investigatori del pool anti-violenza, coordinati dal sostituto commissario Davide Sinibaldi, che hanno messo insieme tutti gli elementi di prova sulla base dei quali la procura ha chiesto e ottenuto dal gip l'ordinanza di custodia cautelare in carcere. Le testimonianze, i riscontri del racconto della vittima, i messaggi sul telefono e sui social, le fotografie scattate subito dopo l'aggressione con i segni lasciati sul viso e sul braccio della sedicenne. Non è stato semplice, poi, rintracciare il venticinquenne. Un'altra indagine portata avanti anche con il supporto della tecnologia digitale. Il ragazzo, infatti, risultava essere un clandestino: non aveva una dimora fissa e, come è stato successivamente accertato, viveva spostandosi spesso in base all'ospitalità degli amici almeno dal 2017 quando ad Agrigento nei suoi confronti era stato emesso il primo ordine di lasciare il territorio nazionale. Un anno dopo era stato denunciato a Genova per non averlo ottemperato. Un precedente per rapina a Roma nel 2019 per cui era stato successivamente condannato con pena sospesa e una denuncia più recente a Tivoli per lesioni ad un connazionale, una bottigliata durante un litigio.