Il prefetto: temo altri cortei non pacifici
Gli 007: obiettivo radicalizzare la lotta

Mercoledì 15 Dicembre 2010
Le fiamme su piazza del Popolo (foto Gregorio Borgia - Ap)
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ROMA (15 dicembre) - Traffico in tilt, commercianti infuriati perch l’assedio del centro ha fatto perdere l’ottanta per cento degli incassi, vetrine, bancomat e palazzi danneggiati. Mezzi delle forze dell’ordine e dell’Ama in fiamme, devastati gli autobus, cinquemila corse saltate. E' polemica sugli scontri che ieri hanno devastato il centro di Roma. La procura ha deciso che 26 degli arrestati saranno processati per direttissima, con le accuse di di danneggiamenti, incendi, lesioni, resistenza a pubblico ufficiale, mentre il prefetto lancia l'allarme: c'è timore per nuovi cortei non pacifici.

Il ministro dell'Interno Roberto Maroni riferirà in Parlamento. Le spiegazioni del titolare di Viminale erano attese per oggi in commissioni Affari costituzionali e Giustizia del Senato, impegnate in seduta congiunta nell'esame degli emendamenti al decreto sicurezza. Sugli scontri di Roma «riferirò prossimamente alla Camera ed al Senato», si è invece limitato a dire il ministro dell'Interno. Più precisamente venerdì alle 11,30 in Senato.

«I danni sono ingenti: si parla di circa 20 milioni di euro. Adesso faremo una verifica più attenta», ha detto il sindaco di Roma, Gianni Alemanno. Solo Ama parla di quasi mezzo miliardo di danni. Alemanno ha annunciato che Roma Capitale si costituirà come parte civile contro gli autori dei danneggiamenti. Ieri Alemanno è andato in piazza del Popolo per verificare di persona cosa era successo, oggi pomeriggio incontrerà i commercianti del Tridente per fare un primo bilancio dei danni subiti. Il presidente della Provincia, Nicola Zingaretti, parla di «azioni squadriste», la presidente della Regione, Renata Polverini di «disordini inaccettabili».

Alemanno nel pomeriggio ha fornito una nuova cifra: 16 milioni di danni. «Siamo di fronte a 15 milioni di danni calcolati per quanto riguarda i commercianti e almeno un altro milione per i beni culturali e l'arredo urbano - ha detto il sindaco al termine dell'incontro a piazza del Popolo con i commercianti interessati - Dobbiamo fare un lavoro di promozione perchè le immagini della violenza di ieri sono rimbalzate in tutto il mondo, invece noi dobbiamo dimostrare che Roma è una città tranquilla».

Governo faccia stanziamento per commercianti. «Noi con le nostre casse faremo tutto il possibile però chiediamo che il governo faccia uno stanziamento in uno dei prossimi Consigli dei ministri per risarcire i commercianti - ha proseguito Alemanno - Dobbiamo dare una risposta ai commercianti che hanno pagato per tutti».

«Quella di ieri non è stata una manifestazione di libertà è stato un attacco di bande di teppisti organizzate che hanno provocato incidenti ripresi dalle televisioni di tutto il mondo che buttano una brutta immagine sul nostro Paese e che non possiamo assolutamente accettare che avvengano», ha detto Berlusconi, nel corso della trasmissione Mattino Cinque.

«Non c'è alcuna ragione al mondo che giustifichi la violenza», ha detto il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, alla trasmissione Radio Anch'io, rispondendo ad un ascoltatore che lamentava il fatto che la politica abbia ignorato le ragioni per cui i manifestanti siano scesi in piazza ed abbiano usato metodi violenti. «Altro discorso è riconoscere - ha proseguito Bersani - che ci sono migliaia di giovani che nessuno ascolta. Quando io sono salito sul tetto della facoltà di architettura - ha quindi ricordato il segretario del Pd - sopra ho trovato il pro-rettore della Sapienza, mica i fedayn. Il problema è un Governo che rifiuta ogni confronto e rifiuta di ascoltare le voci di studenti e ricercatori».

Fra gli interventi sulla segnaletica e sul manto stradale e la rimozione dei veicoli incendiati dai manifestanti ieri nel centro di Roma, messo a ferro e fuoco nella protesta di piazza contro il governo, è stata una notte di lavoro, quella appena trascorsa, per molte strutture del Comune di Roma. Due nuclei della Polizia municipale, che operano presso il Gabinetto del sindaco, guidati dal comandante Angelo Giuliani, hanno coordinato le operazioni di ripristino dell'area compresa nel 'Tridentè. In via del Babuino, via del Corso, piazza del Popolo e piazza San Marco gli interventi più importanti per restaurare la pavimentazione stradale, la segnaletica e l'arredo urbano. Durante l'operazione sono state sequestrate e rimosse 7 autovetture e 8 ciclomotori danneggiati e incendiati dai manifestanti. Della squadra, si legge infine nella nota, hanno fatto parte anche personale dell'AMA, del XII Dipartimento e alcune ditte di manutenzione stradale.

La procura di Roma ha chiesto al gip la convalida dei fermi e la contestuale emissione di misure cautelari (carcere, domiciliari, obbligo di firma) per 26 persone fermate con le accuse di lesioni e resistenza a pubblico ufficiale. Il procuratore aggiunto Pietro Saviotti ed il sostituto Silvia Santucci, stanno esaminando ciascuna posizione al fine di circoscrivere le singole responsabilità. Per questo ci saranno ulteriori contestazioni ad alcuni degli indagati, soprattutto per quanto concerne i danneggiamenti e gli incendi, in base a quanto emergerà nei loro confronti. E proprio la parte riguardante le fiamme appiccate a veicoli e cassonetti interessa in modo particolare gli inquirenti. In particolare, intendono accertare se gli incendi siano stati provocati con inneschi di fortuna o se i gli autori fossero già in possesso di materiali infiammabili, come la benzina.

I fermati, di età compresa tra i 18 ed o 37 anni, sono in gran parte di Roma. Altri provenivano dalla Toscana, dalla Liguria, uno dalla Sardegna ed uno dall'Emilia Romagna. Tutti hanno trascorso la notte in celle di sicurezza ed in mattinata sono stati trasferiti nel carcere di Regina Coeli. Ci sarebbero, però, anche minorenni tra i fermati; questo comporterebbe lo sdoppiamento dell'inchiesta giudiziaria: i maggiorenni verrebbero giudicati dalla procura di piazzale Clodio, i minorenni dalla specifica procura del Lungotevere. I magistrati si sono riservati di decidere, dopo l'udienza di convalida, se procedere in alcuni casi per direttissima. Una delle persone fermate ieri, una donna, è stata rilasciata oggi perchè risultata estranea ai disordini. Intanto gli accertamenti di Digos e Carabinieri per identificare altri autori dei disordini proseguiranno con l'esame di filmati e l'audizione di testimoni.

Cambio di strategia della procura nel pomeriggio per la maggior parte degli arrestati. La procura ha deciso di farli giudicare per direttissima e domani mattina compariranno dinanzi al giudice. Al termine dell'udienza, per gli indagati, tutti incensurati, potrebbe prospettarsi, a seconda delle singole posizioni, la custodia in carcere, gli arresti presso il domicilio, l'obbligo di firma, la rimessione in libertà. Il procuratore aggiunto Saviotti ha spiegato i motivi del cambio di rotta della procura: «Inizialmente avevamo deciso di non procedere in modo sommario con la direttissima del giorno dopo - ha dichiarato - optando per l'acquisizione di informative e dei verbali di arresto e chiedendo approfondimenti agli investigatori. Successivamente la procura, valutate l'incensuratezza di tutti gli arrestati e la loro età, ha proceduto a circoscrivere le condotte di cui ciascuno deve rispondere. La mancanza dell'esigenza di ulteriori approfondimenti, salvo nuove risultanze, ha indotto la Procura a chiedere il giudizio direttissimo per la maggior parte degli arrestati. Nei prossimi giorni si valuteranno eventuali ulteriori fatti che dovessero emergere dagli approfondimenti investigativi».

Sit in a piazzale Clodio. Intanto gli studenti valutano iniziative di piazza per la prossima settimana, in occasione della discussione del ddl Gelmini al Senato. Gli universitari della Sapienza sottolineano che «quello che è successo ieri è espressione di una rabbia generale e diffusa rispetto a un governo ormai separato da bisogni e realtà sociale del Paese». E domani saranno in sit- in a piazzale Clodio per chiedere il rilascio degli arrestati.

Il prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro ha espresso il timore che vi possano essere anche in futuro cortei non pacifici: «È noto che c'è un dissenso da parte di settori della società italiana. Ma noi siamo pronti a far sì che i palazzi delle istituzioni non siano violati. Il Parlamento è uno di questi, dove è rappresentato il popolo italiano. Ci auguriamo manifestazioni pacifiche e c'è anche il timore che questo non avvenga, ma noi abbiamo il dovere di garantire i diritti. Ieri le forze dell'ordine hanno sopportato molto per far sì che la loro iniziativa non fosse intesa come un'azione violenta o una provocazione. Le forze dell'ordine hanno dovuto tollerare».

«Per il futuro andiamo incontro a giorni difficili. La crisi economica persiste ed è imminente la discussione del decreto Gelmini al Senato. Per cui non posso escludere altre manifestazioni - ha detto il prefetto - L'auspicio è che ci sia una manifestazione pacifica del dissenso, ma siamo pronti a confrontarci e lo faremo sempre».

«Ritengo che dietro le violenze di ieri ci sia stata una regia. Che qualcuno volesse creare incidenti è certo. Non si può venire a Roma con armi improprie, stracci intrisi di benzina, caschi e scudi: questo lascia pensare che qualcosa di preordinato ci fosse», ha detto ancora Pecoraro. Pecoraro ha spiegato che inizialmente tra i manifestanti, subito dopo il voto di fiducia ottenuto dal governo, c'era stato un equivoco nell'apprendere l'esito della votazione: «I manifestanti avevano inizialmente capito che era passata la sfiducia, poi hanno capito che era un equivoco e questo ha determinato un eccesso di nervosismo e rabbia».

I servizi: obiettivo radicalizzare la lotta. Un mondo composto da diverse anime che hanno pochi punti di contatto ma un unico comune denominatore: «radicalizzare le lotte» approfittando in un periodo di crisi. È questo, secondo un documento dell'intelligence, ciò che ha unito ieri negli scontri di Roma studenti, antagonisti, anarchici, qualche ultrà ed esponenti di formazioni radicali come i Carc. «La progettualità - si legge nel documento - sembra essere quella di avviare un confronto tra le diverse anime del panorama estremista e del mondo del lavoro che porti ad unire istanze tradizionalmente care al mondo operaio ed interessi tipici del mondo antagonista».

Ultimo aggiornamento: 13 Gennaio, 19:09 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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