Legge elettorale, Renzi incalza l'M5S: «Non dite solo no». Ma in commissione alla Camera è melina

Giovedì 20 Aprile 2017
L'aula della Camera
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La legge elettorale entra nel dibattito sulle primarie del Pd, mentre in commissione alla Camera si attende proprio l'esito dei gazebo dem per poter entrare nel vivo della discussione, con la presentazione del testo base da parte del relatore. Iggi gli esponenti della Mozione Orlando hanno rilanciato la loro proposta, fatta di collegi uninominali e un premio di governabilità, che potrebbe avere i numeri in Parlamento, grazie all'intesa con Fi; ma Matteo Renzi ha rilanciato il dialogo con M5s, invitando a sua volta i grillini a prendere posizione e a «non dire solo "no"». Ad accusare il Pd di fare «melina» sono stati M5s e Mdp.

Dalla scorsa settimana in commissione Affari costituzionali i gruppi sono stati chiamati dal presidente e relatore, Andrea Mazziotti, a pronunciarsi su altri sistemi oltre al Mattarellum. Il Pd, con Emanuele Fiano, si è limitato a dire che preferisce un sistema di tipo maggioritario, affidandosi alla mediazione del relatore per la presentazione del testo base. Ieri Sinistra Italiana ha detto di preferire invece un sistema proporzionale puro. Ma Forza Italia , con Francesco Paolo Sisto ha incalzato il Pd a esprimersi in modo chiaro su un altro sistema oltre al Mattarellum. Sono stati gli esponenti della mozione Orlando a incalzare Renzi a pronunciarsi sulla legge elettorale prima delle primarie. I 31 senatori Dem che sostengono Orlando hanno presentato la proposta (prima firma Vannino Chiti) che Gianni Cuperlo ha già depositato alla Camera: collegi uninominali con riparto proporzionale; soglia del 3% alla Camera e del 4% al Senato; premio fisso del 10% al partito o coalizione più votata per favorire la formazione di una maggioranza. Una soluzione sulla quale, alla Convenzione Pd di domenica 9 aprile, Renzi ha aperto, dicendosi favorevole ai collegi uninominali per superare i capilista bloccati. Soluzione che ricalca anche la proposta di Fi a prima firma Renato Brunetta.

Ieri però Renzi ha lanciato il pallone nel campo di M5s: «A me va bene la legge che dice Grillo - ha affermato - io la firmo domani mattina; mi va bene anche l'Italicum al Senato, a parte il sorteggio mi va bene tutto, ma bisogna essere onesti: chi ha vinto il referendum non può solo dire di no». Un modo per stanare M5s nella convinzione, come spiega Stefano Ceccanti, che esso «non voglia nessuna legge elettorale perché Grillo prende voti quando le cose vanno male».
Ultimo aggiornamento: 21 Aprile, 10:43 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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