L'elezione di La Russa è una sconfitta per Berlusconi che deve prendere atto di una realtà: la leader è Giorgia Meloni

Venerdì 14 Ottobre 2022
Ignazio La Russa
2

Egregio direttore,
Ignazio La Russa è stato votato Presidente del Senato senza la gran parte dei voti di Forza Italia. Rivolgo a maggior ragione anche lei lo stesso interrogativo che ho rivolto a diverse persone ricevendone risposte contrastanti: pro e contro. Che ne pensa di Ignazio La Russa, ex Msi, poi An ed ora FdI, presidente del Senato, seconda carica per importanza della Repubblica Italiana? Quindi in pectore vice presidente della Repubblica... in caso di momentanea sostituzione per qualche motivo di impedimento del presidente.


Rolando Ferrarese
Cavarzere


Caro lettore,
Ignazio La Russa è stato eletto democraticamente nel Senato della Repubblica dai cittadini italiani ed è stato eletto nelle file di Fdi, il partito che ha ricevuto in assoluto più voti.

Ieri 116 senatori, cioè la larga maggioranza di Palazzo Madama, lo ha elevato alla seconda carica della Repubblica. E a votarlo non sono stati solo esponenti del centrosinistra ma anche un nutrito gruppo di senatori dell'opposizione di centro-sinistra, visto che la maggioranza dei rappresentanti di Forza Italia, con la sola esclusione di Silvio Berlusconi e Maria Elisabetta Casellati, non ha partecipato alla votazione. Personalmente ho ascoltato il primo intervento di La Russa come presidente del Senato. Mi è sembrato ineccepibile, sia nella forma sia nella sostanza. Dopodiché a qualcuno Ignazio La Russa potrà risultare più o meno simpatico. Molti altri hanno senza dubbio un percorso politico e una formazione culturale del tutto antitetici a quelli del neo presidente del Senato. In democrazia però le opinioni sono importanti, ma la differenza la fanno il consenso popolare e i voti. Che non possono prevalere solo quando a primeggiare sono i nostri. La Russa è perfettamente legittimato a ricoprire la seconda carica dello Stato (tanto più che a votarlo sono stati almeno 17 senatori d'opposizione) e andrà giudicato per quello che farà e dirà, non per l'esame del sangue che qualcuno si sente titolato a fare a chi appartiene a uno schieramento politico diverso dal suo. Quanto alla scelta della larga parte dei senatori azzurri di non prendere parte al voto che ha comunque eletto La Russa, è un chiaro segnale politico che Fi ha voluto inviare a Giorgia Meloni, in vista della formazione del nuovo governo. Il nodo da sciogliere è noto: il ruolo dell'azzurra Licia Renzulli a cui Berlusconi vorrebbe fosse assegnato un ministero pesante, richiesta invece non condivisa da Meloni. Fi ha pensato di utilizzare l'elezione del presidente del Senato per far valere le proprie ragioni. Ma ha sbagliato a fare i conti: ha cercato la prova di forza e ne è uscita sconfitta in modo netto e clamoroso. Ora si tratterà di vedere e capire quali strascichi lascerà questo incidente. E lo si comprenderà già oggi in occasione della votazione per il presidente della Camera dei deputati. Il senso politico della giornata ieri è comunque molto chiaro: Berlusconi ha dovuto prendere atto, questa volta nei fatti e non solo a parole, che la leader del centrodestra ora è Giorgia Meloni. Difficile da accettare per il Cavaliere. Ma inevitabile.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci