Caro direttore,
Matteo Renzi è diventato di nuovo il segretario del Partito Democratico. Ho ascoltato il neo segretario durante il suo discorso ad investitura avvenuta. Belle parole, certo. Ne vedremo gli effetti. Spero che Renzi abbandoni la boria che lo ha contraddistinto nella segreteria precedente, giacché ha ricevuto parecchi segnali (uno, in particolare, il 4 dicembre 2016) per modificare la sua azione. Spero che si renda conto di essere a capo di un partito che si colloca a sinistra e, di conseguenza, si adoperi per l'adozione di politiche che tengano conto della classi inferiori e non solo di quelle abbienti e dirigenti. Prima di tutto, però, vorrei che Renzi si rendesse conto di essere il segretario di tutto il partito, non solo della parte che lo ha eletto. È ora di finirla con l'idea di elezioni come continue sfide all'O.K. Corral, con le quali far fuori gli avversari e poi spadroneggiare nel partito e nel Paese. Mi aspetto coesione, ascolto e collaborazione tra le varie anime del Partito Democratico. Su questo piano e non su altro Matteo Renzi può essere grande oppure infimo.
Paride Antoniazzi
Conegliano (Tv)
--
Caro lettore,
credo che lei abbia centrato il problema. Vincere nel Pd per Renzi era un problema relativo: solo una questione di percentuali. Avrebbe potuto superare i suoi avversari di qualche punto in più o in meno ma il risultato non sarebbe cambiato. E in ogni caso mai è stata in discussione la sua vittoria. Renzi comunque ha vinto bene, largamente e in virtù di un'affluenza alle primarie abbastanza ampia anche se inferiore a quella delle tornate precdenti. Il vero problema per Renzi è vincere nel Paese, cioè tornare a Palazzo Chigi. E questa sembra un'impresa assai meno semplice. La sensazione è che l'ex premier non comprenda fino in fondo che il sentimento popolare nei suoi confronti è cambiato, che una stagione politica si è definitivamente chiusa e che un'altra va aperta. Nel Pd Renzi non aveva di fatto una vera alternativa. Fuori dagli ambiti del mondo democrat deve giocare una partita diversa. Ma non è ancora chiaro con che carte intenda farlo. Forse dovrebbe iniziare a mostrarle.
Ps Alcuni lettori hanno voluto manifestarmi la loro vicinanza per il lutto che ha colpito la mia famiglia. Ringrazio di cuore tutti.
© RIPRODUZIONE RISERVATA Matteo Renzi è diventato di nuovo il segretario del Partito Democratico. Ho ascoltato il neo segretario durante il suo discorso ad investitura avvenuta. Belle parole, certo. Ne vedremo gli effetti. Spero che Renzi abbandoni la boria che lo ha contraddistinto nella segreteria precedente, giacché ha ricevuto parecchi segnali (uno, in particolare, il 4 dicembre 2016) per modificare la sua azione. Spero che si renda conto di essere a capo di un partito che si colloca a sinistra e, di conseguenza, si adoperi per l'adozione di politiche che tengano conto della classi inferiori e non solo di quelle abbienti e dirigenti. Prima di tutto, però, vorrei che Renzi si rendesse conto di essere il segretario di tutto il partito, non solo della parte che lo ha eletto. È ora di finirla con l'idea di elezioni come continue sfide all'O.K. Corral, con le quali far fuori gli avversari e poi spadroneggiare nel partito e nel Paese. Mi aspetto coesione, ascolto e collaborazione tra le varie anime del Partito Democratico. Su questo piano e non su altro Matteo Renzi può essere grande oppure infimo.
Paride Antoniazzi
Conegliano (Tv)
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Caro lettore,
credo che lei abbia centrato il problema. Vincere nel Pd per Renzi era un problema relativo: solo una questione di percentuali. Avrebbe potuto superare i suoi avversari di qualche punto in più o in meno ma il risultato non sarebbe cambiato. E in ogni caso mai è stata in discussione la sua vittoria. Renzi comunque ha vinto bene, largamente e in virtù di un'affluenza alle primarie abbastanza ampia anche se inferiore a quella delle tornate precdenti. Il vero problema per Renzi è vincere nel Paese, cioè tornare a Palazzo Chigi. E questa sembra un'impresa assai meno semplice. La sensazione è che l'ex premier non comprenda fino in fondo che il sentimento popolare nei suoi confronti è cambiato, che una stagione politica si è definitivamente chiusa e che un'altra va aperta. Nel Pd Renzi non aveva di fatto una vera alternativa. Fuori dagli ambiti del mondo democrat deve giocare una partita diversa. Ma non è ancora chiaro con che carte intenda farlo. Forse dovrebbe iniziare a mostrarle.
Ps Alcuni lettori hanno voluto manifestarmi la loro vicinanza per il lutto che ha colpito la mia famiglia. Ringrazio di cuore tutti.
