Esclusivo/ Reportage da Arabba
prigioniera della neve e del gelo

Mercoledì 26 Febbraio 2014 di Lauredana Marsiglia
Esclusivo/ Reportage da Arabba prigioniera della neve e del gelo
ARABBA (Belluno) - Dopo l’incubo delle forti nevicate, quello delle valanghe e da, ieri, anche quello delle frane. Un connubio esplosivo che ha costretto a chiudere, per poi riaprire solo a singhiozzo, la provinciale 244 del passo Campolongo tra Arabba e Corvara. Una valanga, innescata da un cedimento del terreno, ha travolto come fuscelli anche le rastrelliere paraneve. Erano state messe da poco, dopo anni di insistenze. Arabba di Livinallongo vive così la sua notte più lunga, prigioniera di troppa neve e di temperature che non permettono ai vari strati di solidificare.



«Speriamo non resti sotto qualcuno - mormora quasi rassegnato il sindaco Ugo Ruaz -. Una stagione così non s’era mai vista, davvero. L’emergenza, da queste parti, è tutt’altro che finita».



Ora saltano le linee elettriche, ora quelle telefoniche, ieri anche l’acquedotto che serve una frazione. Senza contare le continue chiusure della regionale 48 delle Dolomiti "bombardata" da continue slavine. Coinvolte anche più vetture di passaggio: cinque in solo colpo due domeniche fa. Nessu ferito. Ma anche lavorando semplicemente sul ciglio di una strada può capitare di finire sotto una slavina, come accaduto pochi giorni fa ad un vigile del fuoco fuori servizio. Fortunatamente, per lui, solo qualche contusione. Lo hanno salvato i vicini, «da solo - ha commentato - non sarei mai uscito».

Con i suoi 1400 abitanti, a poco meno di 1500 metri sul livello del mare, questo fazzoletto di rocce, che i nostalgici del Tirolo chiamano ancora Buchenstein, riassume tutte le difficoltà della montagna, quella dove la vita è carica di imprevisti e che per questo, da anni, chiede forme di autonomia accompagnate da maggiori risorse. Non a caso l’aspirazione è quella di passare il confine Veneto per riunirsi a Bolzano assieme a Cortina e Colle Santa Lucia. Esattamente com’era prima del 1923.

Sotto metri neve, tanti da oscurare in parte anche il cartello che dice "Benvenuti ad Arabba", anche il turismo affonda, nonostante questa località sia il cuore del Dolomiti Superski, un vero gioiello del turismo bianco.

«Abbiamo registrato un calo degli incassi di oltre il 30 per cento» commenta l’albergatore Franco Pra. In compenso sono salite le spese, soprattutto per lo sgombero neve. Perché non basta spalare, bisogna anche portarla via. Non c’è un centimetro libero. Solo in queste ore si registra un assottigliamento del manto nevoso.

«Ogni mattina quando alziamo le tapparelle - spiega l’assessore Claudio Sorarui - indugiamo, perchè ogni giorno, da tempo, succede qualche cosa che scombussola la nostra giornata».

Dalla bufera di Santo Stefano non c’è stata più pace.

«Siamo rimasti senza corrente per giorni - prosegue Sorarui -, l’altro ieri black out telefonico per tutto il giorno e in tutto il comune. Gli abitanti di Cherz sono senza telefono da settimane. A Corte è stata danneggiata la rete idrica, un idrante è stato spazzato via dalla neve e la gente è rimasta senz’acqua».

Intanto, sull’ultimo gigantesco distacco lungo la strada 244, interviene anche Veneto Strade, parlando di «episodio eccezionale dovuto allo smottamento del terreno saturo d’acqua». Difende anche i paravalanghe in legno sui quali si è scatenata una tempesta di polemiche.



L’albergatore Pra definisce l’accaduto una «vergogna». «I soldi spesi dall’ente pubblico - dice - si sono volatilizzati con la valanga, mentre i paravalanghe a Passo Pordoi, costruiti da società private, hanno retto l’urto della neve. Che si indaghi - suggerisce - sulla realizzazione di quest’opera. È stata costruita solo un anno fa: per fortuna nessuno è rimasto sotto».

«Siamo stufi di chiacchiere e promesse - aggiunge il consigliere comunale Leandro Grones, nonché albergatore -. Le istituzioni diano risposte rapide. la gente qui chiede garanzie per poter vivere e lavorare in montagna».

Di certo, come dice il sindaco Ruaz, non è ancora finita. Difficile anche quantificare i danni.

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Ultimo aggiornamento: 27 Febbraio, 09:40
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