Il sigaro "Italico" fa concorrenza al Toscano e a Renzi

Domenica 11 Gennaio 2015
ORSAGO - (m.cr.) Il sigaro trevigiano con gli indiani mohicani nel capitale va a tutto gas e continua ad assumere senza aspettare Renzi. «Abbiamo fondato la società Moderno Opificio del Sigaro Italiano a Orsago (Treviso) nel marzo 2013. A febbraio 2014 è partita la produzione, a luglio la commercializzazione. Il 2014 si è chiuso con un milione di fatturato, l'anno prossimo con i sigari "Ambasciator Italico" arriveremo a 2,5 e all'utile - assicura Andrea Casagrande, 28 anni di Vittorio Veneto, amministratore unico dei concorrenti del Toscano -. Il mio socio canadese, la Grand River Enterprises (società degli indiani mohicani), è soddisfatto». Casagrande gestisce in prima persona, i mohicani e il vittoriese Cesare Pietrella (che diventerà presto presidente) hanno messo i capitali. «Nessun appoggio dalle banche, abbiamo fatto tutto da soli», sottolinea Casagrande. Perché a Orsago? «Avevamo la proprietà di un terreno e siamo orgogliosi di essere trevigiani - risponde Casagrande - ma soprattutto di aver dato lavoro a tempo indeterminato a 14 persone senza aspettare Jobs Act. Con la manifattura di Beneveneto e i rappresentanti siamo in tutto in 45, non male per una società appena nata. Ogni giorno siamo in trincea a combattere contro la burocrazia, le banche». Raro vedere un giovane così in prima linea. «Ho lavorato in Cina, Sud America, un anno in Grecia, ho organizzato eventi, mi sono laureato - spiega Casagrande - è importantissimo studiare e lavorare. I giovani oggi invece hanno paura ad andare all'estero, preferiscono giacca e cravatta».
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