Primark, H&M, Zara, ecco
perché i vestiti costano poco

Venerdì 24 Giugno 2016
Primark, H&M, Zara, ecco perché i vestiti costano poco
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Primark, H&M, Zara, sono solo alcune delle notissime griffe di abiti low cost tanto amate in tutto il mondo. Ma perché questi abiti costano così poco? 

Stefania Saviolo, responsabile del knowledge center fashion di SDA Bocconi, e Mauro Rossetti, direttore dell’Associazione tessile e salute, una sorta di osservatorio tecnico del ministero della Salute per la tutela dei consumatori, hanno provato a dare una risposta a questa domanda che pone dubbi sulla qualità dei prodotti e sulla loro stessa produzione.

Prima di tutto i due analisti sfatano un mito: la differenza con i modelli più costosi non è sempre nei tessuti, che spesso sono identici. Le linee di abbigliamento low cost sono come i supermercati, quindi, e puntano sulle grandi quantità che gli permette di tenere prezzi più bassi.

Secondo punto è nel modello di business: la pubblicità è a basso costo, i testimonial non sono famosi e la parte di designe è quasi inesistente, questo comporta un notevole risparmio che abbassa il prezzo sul cartellino.

Costi abbattuti anche per i luoghi di produzione e per il personale nei negozi che è rispettivamente più basso e meno numeroso.

La qualità dei prodotti è ovviamente inferiore rispetto a quelli definiti premium, ma questo non significa che vada a scapito della salute. I prodotti devono rientrare in uno standard internazionale che consente al cliente di avere un vestito che è proporzionale a quanto gli si chiede di pagarlo. Ma ciò non costituisce un problema per la salute del consumatore.

A volte il problema è nei luoghi in cui avviene la colorazione dei tessuti, che avviene principalmente in India, dove le regole stabilite dall'Ue potrebbero non essere rispettate. In questo caso i preziosi consigli degli esperti sono due: aguzzare la vista per il cartellino e l'olfatto. Nel cartellino, infatti, sono riportare le percentuale di tutte le fibre che compongono il capo e i consigli di lavaggio, mentre «Odori sgradevoli o acri potrebbero essere il segnale di coloranti economici o a base di sostanze chimiche nocive», avverte Rossetti.
Ultimo aggiornamento: 25 Giugno, 12:57 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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