Vajont, La Russa dice "no" al trasferimento a Belluno del dossier parlamentare d'inchiesta

Domenica 26 Novembre 2023 di Lauredana Marsiglia
Sergio Matteralla sulla diga del Vajont

LONGARONE - L’archivio di Stato di Belluno non potrà arricchirsi dei dossier della Commissione parlamentare di inchiesta del Vajont, destinati a restare a Roma. 
Lo ha reso noto il presidente del Senato della Repubblica, Ignazio La Russa (FdI), rispondendo all’appello dell’onorevole della Lega, Marco Dreosto, friulano, che proponeva invece la trasmissione dei faldoni nel capoluogo veneto a completamento di un progetto complessivo di riunificazione di tutta la documentazione legata alla tragedia del 9 ottobre 1963 che costò la vita a 1910 persone. Alle 22.39 di quel giorno, dalla diga uscì un’onda alta centinaia di metri, spinta fuori dalla frana del Toc. Fu devastazione.
«Si tratta di materiale affidato all’archivio storico del Senato e come tale, per regolamento interno, non può essere ceduto» ha scritto La Russa che però ne mette a disposizione i file ormai pubblici, desecretati e scannerizzati qualche anno fa. «L’obiettivo di realizzare un centro studi internazionale sul Vajont è encomiabile e potrà giovarsi della documentazione digitalizzata», conclude la nota della seconda carica dello Stato.

 
L’idea di Dreosto, nata da un lungo confronto con amministratori, superstiti e portatori di interesse, è di concentrare su Belluno tutti i faldoni storici sparsi nel mondo e relativi in qualche modo al disastro del 9 ottobre 1963. Un mese e mezzo fa il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è salito a Erto e Casso e Longarone e da qui ha dichiarato l’opportunità che i cartolari del processo penale contro i responsabili della tragedia restino al locale archivio. Si è così scongiurata l’ipotesi di una loro devoluzione a L’Aquila, dove si celebrarono materialmente le udienze del procedimento.


«A questo punto diventa naturale affiancarvi anche i dossier raccolti negli anni 60 dalla Commissione di indagine nominata dal Parlamento e coordinata dall’onorevole Leopoldo Rubinacci», ha spiegato il senatore e coordinatore del Carroccio del Friuli Venezia Giulia. Il quale non demorde e promette di ricercare una via di uscita istituzionale all’empasse rilevato a Palazzo Madama. Allo studio vi è una deroga di legge al regolamento citato da Ignazio La Russa: vista la partecipazione emotiva suscitata dal commosso monito di Mattarella tra i sassi del monte Toc, è quanto mai probabile che un’eccezione di questo genere raccolga piene adesioni bipartisan. 
Una volta completata la raccolta di fonti e materiali, Belluno ospiterebbe un autentico polo di informazione sulla sciagura di 60 anni fa aperto agli studiosi e alle scolaresche ma anche ai cittadini desiderosi di conoscere più da vicino cause e conseguenze di questa tragica pagina della storia nazionale.
 

Ultimo aggiornamento: 27 Novembre, 11:06 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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