AGORDO - «Possedere anche una sola azione Luxottica, oggi EssilorLuxottica, da sempre è stato per me un grande orgoglio.
IL SINDACALISTA
Luigi Dell'Atti è dipendente Luxottica da 24 anni ma è anche coordinatore sindacale della Filctem-Cgil. «Ormai faccio parte dell'arredamento dello stabilimento di Agordo - scherza - e ricordo benissimo l'inizio dell'avventura dell'azionariato. Era il 2011 e per il cinquantesimo dell'azienda il cavalier Leonardo Del Vecchio regalò titoli a tutti i dipendenti: per la precisione quindici ogni cinque anni di anzianità fino a un massimo di novanta. Io, ad esempio, ne ricevetti quarantacinque. Stessa cosa nel 2015 per l'ottantesimo compleanno del fondatore, distribuite sempre a scaglioni: in quell'occasione a me ne vennero assegnate una ventina». Un tesoretto non indifferente per il "popolo Luxottica" buona parte del quale però, passati i tre anni di gestione in capo all'azienda, scelse di venderle per non doversi far carico di conti bancari specifici dai costi elevati. E poi, nel 2019, altro giro di boa: la conversione delle azioni Luxottica in EssilorLuxottica. Anche in questa occasione molti decisero di rimetterle sul mercato. «Questi - sottolinea Dell'Atti - sono stati passaggi tecnici che hanno incrementato la cessione delle azioni della nostra azienda ma è certo che chi le ha mantenute, o addirittura continua a comprarle, se le tiene ben strette. Primo perché ci fa sentire ancor più parte del gruppo e poi perché, numeri alla mano, si sta rivelando sempre più un ottimo investimento». Il merito, e qui Dell'Atti parla in veste di sindacalista, «è sì del management molto capace. Ma se EssiLux continua a galoppare è anche merito di un valore aggiunto unico: quelle maestranze che non si tirano mai indietro accettando, ad esempio, un'ampia flessibilità oraria. E oltre il 70% del personale è composto da donne che oltre al lavoro in fabbrica devono occuparsi della famiglia».
IL DECANO
Se in tutti gli stabilimenti italiani i dipendenti EssilorLuxottica sono circa 15mila, quasi 10mila sono nel Bellunese. Tra questi il decano Mario Costa che non nasconde commozione nel ricordare il patron Del Vecchio. «L'ho incontrato di persona più volte - ripercorre il passato -. All'inizio della mia carriera passava in prima persona per i reparti per rendersi conto di come procedevano i lavori ma anche per salutarci. Era di poche parole ma aveva gli occhi che parlavano da soli: era orgoglioso di noi. E tutto quello che si è inventato per agevolarci la vita ne è la chiara testimonianza. In origine erano i pacchi alimentari, i buoni per l'acquisto di occhiali, le cene di Natale in mensa. Poi il "pacchetto benefit" è esploso, in senso positivo, con mille e più opportunità per noi ma anche per i nostri familiari, all'insegna di un welfare con i contro fiocchi. Ciò che io personalmente apprezzo di più, vista anche l'età, è la possibilità di sottopormi gratuitamente a vari controlli medici». «E poi sì - conclude - c'è anche l'azionariato, di cui sono particolarmente fiero. Sentirsi parte integrante del gruppo, anche se ovviamente nel piccolo, non ha prezzo. Di tutto ciò non finirò mai di ringraziare il nostro amato "nonno" Leonardo».