Inneggiava alla “Jihad”, dopo il rimpatrio ora gli tolgono la figlia

Venerdì 24 Febbraio 2017 di Luca Ingegneri
Imadeddine Guenfoud
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PADOVA - «La sua presenza in Italia costituisce una minaccia per la sicurezza dello Stato e può agevolare organizzazioni o attività terroristiche». È il passaggio chiave del decreto con cui il Tribunale dei Minorenni di Venezia (presidente Lanfranco Maria Tenaglia) sospende dalla responsabilità genitoriale Imadeddine Guenfoud, il trentaduenne marocchino rimpatriato il 4 gennaio scorso con un provvedimento di espulsione dal territorio nazionale. Il fanatico dell'Islam, integralista ed estremista, non potrà intrattenere rapporti con la figlia di sei anni, che vive con la madre a Pontevigodarzere. I giudici motivano la sospensione in via temporanea con il fatto che «la condotta del padre costituisce un fattore di rischio per la minore, dato che non sembra rappresentare un riferimento educativo valido» e ancora che «la sua assenza, peraltro determinata da condotte volontarie in contrasto con la permanenza in Italia, può costituire un ulteriore rischio nel caso in cui debbano essere prese decisioni genitoriali urgenti e indifferibili nell'interesse della minore, come quelle di natura sanitaria». Per effetto di questa decisione sarà l'ex moglie di origini moldave, con cui sono in corso le procedure di divorzio, ad esercitare la patria potestà in via esclusiva.
 
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