LIMENA (PADOVA) - Una bandiera tricolore con il volto di Mussolini esposta in una sala comunale durante una festa privata in cui si celebravano due compleanni. Questa la causa scatenante delle dimissioni di Michele Corso, assessore leghista esterno con delega all’Identità veneta nella giunta di centrodestra guidata da Stefano Tonazzo. L’amministratore ha ammesso di aver commesso un paio di gravi leggerezze: non aver chiesto al sindaco la prenotazione della sala Barchessina, il cui utilizzo da regolamento deve essere autorizzato, ma soprattutto non aver preteso con forza la rimozione della bandiera con l’effigie del duce, collocata dietro la consolle del deejay.
L’episodio risale al 18 marzo scorso ma è diventato di dominio pubblico dopo un’interpellanza della minoranza che chiedeva spiegazioni al sindaco ravvisando «l’inopportunità e la gravità dell’esposizione di simboli fascisti in una sala pubblica comunale, oltretutto in presenza di un assessore».
LE REAZIONI
«Considero l’episodio una goliardata - osserva il primo cittadino - ma si è consumato uno sfregio ad una sede istituzionale. È inaccettabile che in una sala pubblica si inneggi a qualsiasi tipo di dittatura. L’assessore avrebbe dovuto obbligare chi aveva steso la bandiera a rimuoverla». Tonazzo ha accettato le dimissioni di Corso invitandolo però a rimanere in carica ancora per qualche giorno. Proprio oggi è in programma a Limena un’iniziativa organizzata dall’assessorato all’Identità veneta. All’ingresso della sede municipale, un’antica villa veneta, verrà collocata l’effigie di San Marco. Ed è annunciata la presenza del gotha della Lega. Corso se la caverà comunque con una breve sospensione dall’incarico. «Penso che possa far maturare nell’assessore l’attenzione ed il rispetto che si devono al proprio ruolo - aggiunge Tonazzo - mi appello inoltre al buon senso di tutti perché questa vicenda non sia l’ennesima contrapposizione che divide la nostra cittadinanza. Non siamo in presenza di un reato perseguibile o di una banda di pericolosi nazifascisti che occupano sedi comunali, ma di un clamoroso incidente di percorso durante una festa cui hanno preso parte persone di ogni estrazione politica e sociale». Un invito prontamente raccolto dall’opposizione: «Condividiamo la netta presa di posizione del sindaco - dichiara la consigliera Irene Barichello, membro del direttivo provinciale Anpi - che definisce ripugnante l’accaduto. Da parte nostra nessuna volontà divisiva. L’assessore non è un nostalgico ma ha peccato di superficialità facendo una figuraccia».