PADOVA - «Non c'è nessun piano B. C'è solo Giordani. E nel rispetto dell'uomo aspettiamo quello che lui deciderà, insieme alla famiglia». Scandisce bene le parole, Massimo Bettin, segretario provinciale del Pd, un trentenne dal passato scout e dalla brillante carriera durante la quale può appuntare sul petto l'ispirazione della caduta della più importante città leghista, con cinque consiglieri di maggioranza ammutinati sulla tolda di Massimo Bitonci.
Ma la strada che porta alla svolta contro «il tiranno di Cittadella» come lo chiamano loro, si sta facendo più dura del previsto. Da giovedì sera il candidato del centrosinistra, Sergio Giordani, 63 anni, imprenditore di successo e soprattutto presidente del Calcio Padova ai bei tempi della serie A, sta in una stanza del reparto di terapia intensiva della neurologia. Colpito da un'ischemia cerebrale, mentre parlava in pubblico. È lucido, cosciente, migliora costantemente nell'uso della parola. Ma non sta bene.
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