Restaurato l'antico ponte romano San Lorenzo: riapre dopo otto anni

Mercoledì 4 Maggio 2022 di Nicoletta Cozza
Restaurato l'antico ponte romano San Lorenzo: riapre dopo otto anni

PADOVA Basta scendere le scale a ridosso della tomba di Antenore, nella piazza omonima, per entrare nel cuore pulsante di Patavium, seconda città dell’Impero dopo Roma. Significativa testimonianza di quell’epoca, infatti, è Ponte San Lorenzo, tra i più antichi della città, realizzato tra il 40 e il 30 avanti Cristo, riaperto ieri dopo 8 anni, al termine di un intervento di restauro avviato nel 2021 e costato 340 mila euro. Ora è un luogo magico, dove ancora si sente nel sottosuolo il rumore dell’acqua del Medoacus, o meglio del rivolo che resta di esso, dopo il tombinamento del Naviglio interno avvenuto nel 1959. L’intervento ha permesso di rendere fruibile una zona sotterranea che ci racconta il passato (nel 2019 oltre 8mila persone avevano visitato il Salone underground), ed è consistito nel consolidamento strutturale delle tre arcate a sesto ribassato in trachite e pietra di Costozza, nella realizzazione del camminamento e nell’installazione dell’illuminazione che valorizza il contesto dove non filtra la luce del sole. In aggiunta è stato migliorato l’accesso grazie al posizionamento di una chiusura a sollevamento idraulico, con due “ali” in ferro che, appoggiandosi al suolo, creano un piano in continuità con il marciapiede e impediscono l’accesso all’area ipogea, evitando situazioni di degrado che si erano verificate in precedenza. Un’iscrizione in latino del I secolo avanti Cristo commemora la costruzione del manufatto da parte dei 5 delegati dei decurioni.
Ponte San Lorenzo, costruito con una tecnica particolare che non prevedeva l’utilizzo di malte, cementi e ferri, nelle prossime settimane verrà aperto al pubblico e a effettuare le visite guidate saranno i volontari del Fai, di Salvalarte e di Arcadia.
I COMMENTI
Ieri mattina all’inaugurazione a conclusione dei cantieri sono intervenuti il sindaco Sergio Giordani, l’assessore alla Cultura Andrea Colasio, il capo settore Federica Franzoso, la direttrice dei Musei Civici Francesca Veronese, il capo settore dell’Edilizia Monumentale Domenico Lo Bosco e Mirella Cisotto del Fai.
«Sono affascinato - ha osservato Giordani - di fronte alla bellezza del luogo. Avevo accolto subito la proposta di Colasio di restaurarlo e renderlo fruibile ai padovani e ai turisti. Per effettuare interventi del genere non servono solo i soldi, ma bisogna mettere in campo tanta passione. Un altro pezzo della Padova antica adesso è a disposizione per arricchire l’offerta di siti di straordinario appeal a chi viene a vedere la nostra città. Già oggi al momento della presentazione stanno arrivando scolaresche e persone: un segnale di quanto interesse susciti il Ponte romano».
«Sopra la nostra testa - ha aggiunto Colasio - c’è la tomba di Antenore, perché quando venne trovato il corpo del guerriero, Lovato de Lovati inventò che quello fosse il fondatore della città. Siamo, quindi, nel sito dove Padova è nata. Ponte San Lorenzo ha oltre duemila anni ed è davvero uno dei simboli identitari più significativi. Tra l’altro era stato realizzato con risorse dei cittadini, con una sorta di sponsorizzazione ante litteram».
«Della magnificenza di questo ponte - ha ricordato Francesca Veronese - si era perduta la memoria, mentre ora i lavori permettono di accedere e di ammirare le 3 arcate. Il manufatto è considerato un capolavoro di ingegneria ancora oggi, perché il suo rapporto tra la larghezza delle arcate e la sua altezza è al limite della stabilità. I romani lo hanno creato per collegare le due parti della città, passando sopra al Medoacus. Da qui iniziava il percorso fluviale che proseguiva fino all’altro ponte, nel sottosuolo di Porta Altinate e questi 300 metri di fiume, che erano il porto cittadino, facevano sì che Patavium avesse un’economia florida».
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Ultimo aggiornamento: 07:27 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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