PORDENONE - Richieste di cittadinanza da parte dei discendenti argentini dei pordenonesi emigrati in Sudamerica, l'assessore Walter De Bortoli dice no. «Non c'è bisogno di un ufficio dedicato allo smaltimento di queste pratiche». La richiesta, però, era partita dai dipendenti comunali stessi. Quindi arrivava dall'interno. Ci si dovrà arrangiare con le forze a disposizione, nonostante le domande per ottenere il passaporto italiano stiano crescendo.
«Gli uffici dell'Anagrafe e dello Stato civile del Comune di Pordenone permangono in perfetta in salute e risultano organizzati con la disponibilità di personale che, per numero, mansione e professionalità, rende costantemente un buon servizio ai cittadini di Pordenone», spiega l'assessore in una nota. Entrando nel merito - prosegue De Bortoli -, ritengo doveroso precisare che negli anni scorsi (2022/2023) sono state trattate pratiche "iure sanguinis" per circa 200 atti. Sicuramente un carico di lavoro importante e un bell'impegno, a cui l'ufficio ha risposto con piena efficienza e rispondendo alle esigenze e alle richieste dei cittadini di origine argentina, che si sono rivolti al nostro Comune. Sicuramente non risulta necessario organizzare un apposito ufficio per gestire queste pratiche, anche perché le professionalità già presenti in ufficio Anagrafe e Stato civile sono tali da garantire una precisa e ordinata evasione degli atti in base al grado e livello di complessità, vagliati su precisa verifica della corrispondenza delle generalità anagrafiche dei componenti degli alberi genealogici dei richiedenti e in conformità alla normativa del Paese straniero di riferimento.