Confermato il piano per salvare il Fvg da chiusure generalizzate: ecco le armi che ha in mano la Regione

Mercoledì 10 Novembre 2021 di M. A.
Confermato il piano per salvare il Fvg da chiusure generalizzate: ecco le armi che ha in mano la Regione

Inizia a farsi sempre più concreta la possibilità - anticipata lunedì su queste pagine - di individuare delle aree più a rischio all’interno della regione e di stabilire per queste ultime un regime differenziato e più “duro” rispetto a quello che sarà in vigore nel resto del territorio.

Sarà però possibile agire in questo modo solamente se il Friuli Venezia Giulia dovesse effettivamente passare in zona gialla. In caso di permanenza in bianco, invece, il decreto nazionale esclude che una singola Regione possa intervenire per stringere le maglie all’interno del proprio territorio. Ma in quel caso non ce ne sarebbe bisogno, perché la zona bianca presupporrebbe già un quadro in miglioramento, o perlomeno più stabile di quello attuale. 


LA STRETTA


L’impressione è che la stretta varata dal Viminale a livello nazionale (cortei vietati, solo manifestazioni statiche fuori dai centri storici e nel rispetto della distanza di sicurezza e dell’uso della mascherina) possa non bastare per la situazione in peggioramento che caratterizza il Friuli Venezia Giulia. Ecco allora che, come anticipato lunedì, il presidente della Regione potrebbe decidere - in caso di zona gialla - di varare norme ancora più stringenti per porzioni più o meno grandi del territorio di competenza. 
Ma quali sarebbero le armi normative in possesso della Regione? La questione è semplice. Come già accaduto in altre fasi della pandemia, si utilizzerebbe lo strumento dell’ordinanza. In particolare, potrebbero essere vietate particolari iniziative in grado di veicolare il contagio oppure riproporre i provvedimenti anti-movida già visti soprattutto a Trieste nei mesi passati. Più difficile, invece, pensare a delle zone arancioni localizzate. 


LA STRATEGIA


È questo il piano per salvare il resto della regione, cioè quello che in questo momento è toccato in forma minore dalla quarta ondata di contagi (e di ricoveri soprattutto tra non vaccinati), da restrizioni che non verrebbero affatto digerite dalla massa di popolazione che si è correttamente vaccinata. Una specie di ultima carta da giocare, prima di bussare a Roma e chiedere il modello austriaco. Altro punto all’ordine del giorno, sotto traccia, della Regione. 

Ultimo aggiornamento: 22:11 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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