PORDENONE - Il primo dato è senza dubbio rassicurante: la dose di radiazioni presente è assolutamente compatibile con l’uso alimentare. Di più: persino i mangiatori seriali, quelli che non ne possono fare a meno neppure per un giorno (siamo all’eccesso) non corrono alcun rischio. Stiamo parlando dei funghi. E della radioattività che dopo quanto accaduto a Chernobyl è ancora ben presente pure sui nostri campi e boschi in particolare con il Cesio - 137
Funghi radioattivi? Le analisi dell'Arpa Fvg
Sul sito dell’Arpa Fvg, infatti, sono consultabili i risultati delle misure del monitoraggio della radioattività nei funghi spontanei riferiti al periodo 2012-2022.
La contaminazione esiste
Detto questo è anche necessario aggiungere che la contaminazione radioattiva sui funghi che si raccolgono all’aperto, esiste. Bassa, ma c’è. E lo dicono i dati dell’Arpa Fvg che - come segnalato - sono sul sito online. Sono nove le aree prese ad esame e tutte in provincia di Udine: Buja - Treppo, Caprizi (Socchieve), Castelmonte (Cividale), Fusine (Tarvisio), Pian di Casa (Prato carnico), val Raccolana (Chiusaforte), Valdajer (Treppo Carnico - Ligosullo), Valsaisera Valbruna (Malborghetto).
Cesio-137
Per capire quale è la quantità di radioattività presente è necessario andare sul sito e trovare il link che tacchiude i dati della radioattività sui funhgi. Poi le prime operazioni da compiere sono quelle di selezionare l’anno che interessa. È aggiornato sino al 2022. Selezionando poi la stazione (sulla cartina è rappresentata da un piccolo fungo) all’interno della mappa si apre una finestra che riporta una tabella con il valore della concentrazione di Cesio - 137 e la relativa incertezza espresse in Bq (Becquerel, l’unità di misura della radioattività) su peso secco (in kg) di tutte le specie di funghi campionate nell’anno selezionato. Qualora il risultato della misura sia inferiore alla Minima Attività Rilevabile (Mar), nella colonna della concentrazione viene riportato il valore della Mar stessa, preceduto dal simbolo. Ciò vuol dire che le capacità analitiche del laboratorio di Arpa non permettono di determinare il valore di concentrazione, comunqe bassissimo. La ricaduta radioattiva di Cesio-137 conseguente all’incidente di Chernobyl è stata, sul territorio del Friuli Venezia Giulia, significativa e fortemente disomogenea.