Da oggi (sabato 20 ottobre) il Friuli Venezia Giulia, ultimo avamposto italiano prima dei Balcani, torna nell’era dei confini.
LA DIREZIONE
È lampante, il Friuli Venezia Giulia non può decidere da solo di prorogare il congelamento di Schengen. Nessuna Regione lo può fare. È il governo, non senza motivare il tutto a Bruxelles, ad avere in mano il pulsante fino a un massimo di sei mesi di interruzione della libera circolazione. Ma il messaggio che parte da Trieste e arriva a Roma è fin troppo chiaro: dieci giorni di chiusura non possono bastare ad arginare l’emergenza. Di qualsiasi emergenza si parli, dal terrorismo all’immigrazione incontrollata. «È chiaro - spiega l’assessore regionale Roberti -, tutti vorremmo che in dieci giorni scoppiasse la pace tra Israele e Palestina. Ma temiamo che non vada così e che l’emergenza sia più lunga. La Francia va avanti chiudendo le frontiere da tempo. Ci sarà una valutazione alla fine dei dieci giorni, ma non scarterei una proroga». Ancora più schietto il ministro (pordenonese, quindi friulano) per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani: «La sospensione di Schengen - ha detto - durerà tutto il tempo necessario. È giusta, necessaria, urgente e lungimirante». Spazi per l’interpretazione prossimi allo zero.
IL PRESIDENTE
Il 2 novembre il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, sarà a Trieste per un vertice trilaterale con gli omologhi di Slovenia e Croazia. Ieri, invece, era all’altro capo del telefono con il presidente del Fvg Massimiliano Fedriga. «L’intensificazione dei controlli al confine con la Slovenia non è una misura che ha preso il governo dal punto di vista ideologico. È una misura assolutamente pragmatica, nell’ottica della sicurezza interna - ha detto a margine di un incontro a Trieste -. Ho sentito il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, spero ovviamente che siano misure che durino il meno possibile, però non si può che condividere la scelta del governo». Per quanto riguarda la durata della misura, Fedriga ha precisato, che «se c’è la necessità è giusto che venga prolungata. L’auspicio è che la situazione possa tornare alla normalità il prima possibile ma non è nelle nostre disponibilità saperlo e fare questa scelta, perché è collegata alle tensioni internazionali. Per questo bisogna avere la massima attenzione. Fondamentale oggi avere un controllo del territorio importante, ancor più che in passato. Già vivevamo un momento difficile per l’arrivo di ingressi illegali nel nostro territorio». Più chiaro di così è difficile.