Fisco e mazzette, il Riesame rimette in libertà professionisti e funzionari

Martedì 11 Luglio 2017 di Gianluca Amadori
Fisco e mazzette, il Riesame rimette in libertà professionisti e funzionari
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Una parte degli episodi contestati nell'inchiesta su Fisco e mazzette non concretizzano il reato di corruzione, ma la meno grave ipotesi di traffico illecito di influenze, in quanto manca la prova del coinvolgimento di un pubblico ufficiale. Ma dagli atti raccolti dai pm Stefano Ancilotto e Stefano Buccini «si palesa l'esistenza di un articolato e ben organizzato meccanismo clientelare di tipo trasversale che effettivamente vede l'Agenzia delle Entrate di Venezia e i suoi funzionari apicali coinvolti e compromessi ai massimi livelli», scrive il Riesame di Venezia nelle motivazioni dell'ordinanza con cui, la scorsa settimana, ha rimesso in libertà la commercialista trevigiana Tiziana Mesirca e il colonnello Massimo Nicchiniello, concedendo i domiciliari al colonnello trevigiano Vincenzo Corrado, al dirigente dell'Agenzia delle entrate, Christian David e al manager veronese Albino Zatachetto, ridimensionando le rispettive posizioni.

ESTESO MERCIMONIO
Il presidente del Riesame, Angelo Risi, scrive che i domiciliari sono necessari perché «vi è prova inattaccabile di un mercimonio da parte dei pubblici ufficiali addetti all'Agenzia delle Entrate delle pubbliche funzioni, da loro indegnamente rivestite e gestite attraverso il mercanteggiamento delle pratiche... con tanto di tariffe predeterminate... Situazione talmente grave e così diffusa che gli stessi pubblici ufficiali corruttibili si pongono in libera concorrenza tra loro offrendosi ad un prezzo inferiore rispetto ad un altro funzionario».

COLLUSIONE MILITARE
La posizione centrale del presunto traffico illecito di influenze tratteggiato dai giudici è quella del colonnello Corrado che avrebbe fatto da intermediario di accordi illeciti, trattenendo per sé soldi e regali, o lucrando l'assunzione del figlio. Ma il Riesame ipotizza che possa essergli contestata anche la collusione militare, reato che prevede pene da 2 a 10 anni, oltre alla rimozione previa degradazione. Non emerge prova, invece, che David abbia chiesto o ricevuto denaro o favori per la verifica fiscale alla Baggio spa di Marghera mentre, secondo il Riesame, si mise a disposizione di Borrelli (che pretendeva da Cattolica assicurazioni l'assunzione di un'amica) prestandosi ad atteggiamenti ritorsivi di fronte ai tentennamenti della società.

BISON CONFESSA
Ieri mattina è arrivata l'ennesima confessione: l'imprenditore jesolano Aldo Bison ha ammesso di aver versato 160 mila euro, dei 300 promessi a Borrelli e al suo collega Massimo Esposito per ridurre una sanzione fiscale. 
Ultimo aggiornamento: 12 Luglio, 09:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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