Roberto Marcato ha iniziato ieri pomeriggio a raccogliere le firme tra i 470 delegati.
RICANDIDATURE
Nell'attesa, in casa della Lega è un fiorire di congetture, analisi pressapochistiche, soprattutto amare considerazioni. Come queste: "Se avessero fatto votare i militanti, cioè tutta la base, Marcato avrebbe vinto col 70-80%", "Se Marcato si ritira non ci resta che votare Manzato", "No, Manzato è l'anti-Zaia e non è neanche anti-Salvini", "Ma dello strapotere padovano dei salviniani non se ne può più, si sono presi quattro parlamentari e gli unici due incarichi di governo", "Quelli che hanno mollato Marcato sono traditori", "Ma Manzato è più attrattivo", "Tanto vince Stefani". Raccontano, poi, che alla riunione dei delegati di Treviso, ieri sera, siano volati stracci, con Sonia Fregolent - l'ex senatrice che aveva preso il bonus da 240 euro per i centri estivi del figlio - "scatenata" contro il commissario.
Una cosa certa è che gli equilibri congressuali non saranno ininfluenti ai fini delle prossime elezioni. L'anno prossimo le Europee: 4 gli uscenti, solo 2 i posti sicuri stando alle proiezioni. Fuori Toni Da Re e Paola Ghidoni, sicuro Paolo Borchia, pare anche Rosanna Conte. Così dicono. E questo spiega - triste ma plausibile - l'imbarazzo di alcuni nel non schierarsi. Per le Regionali, poi, la mannaia sarà ancora più dura: senza Zaia ricandidato, i 34 attuali consiglieri leghisti non torneranno al Ferro Fini neanche con un miracolo. E poi c'è il posto alla destra di Salvini: attualmente sono i tre i vicesegretari federali, i lombardi Giancarlo Giorgetti e Andrea Crippa più il veneto Lorenzo Fontana. Da quest'ultimo, in quanto presidente della Camera, i più si attendono le dimissioni e pare che Salvini voglia sostituirlo con Alberto Stefani. Le due cariche - se sarà eletto segretario regionale - non sono incompatibili. Ma la scelta potrebbe mutare: dipende da cosa succederà al congresso veneto di sabato allo Sheraton di Padova. Una situazione che pochi immaginavano così ingarbugliata. Il quadro sarà chiaro domani alle 8, quando scadrà il termine per la presentazione delle candidature.
I MOROSI
Quanto ai lavori congressuali, sabato non ci sarà Salvini. Ad assumere la presidenza dei lavori sarà un suo delegato. Non voteranno i morosi e gli espulsi. A quanto raccontano in via Bellerio, non solo il ricorso di Massimiliano Bertazzolo, ma anche quelli di Fabrizio Boron e Tiziana Gaffo contro le espulsioni non sono stati accolti. Boron ieri diceva di non aver avuto comunicazioni al riguardo. Da ultimo i morosi: a rischiare di non partecipare al congresso sono tre consiglieri regionali.