Svolta “green”: il Prosecco Doc elimina dalle vigne tre fitofarmaci

Venerdì 24 Febbraio 2017 di Mattia Zanardo
Svolta “green”: il Prosecco Doc elimina dalle vigne tre fitofarmaci
Prosecco Doc sempre più “green”: presto le celeberrime bollicine dovrebbero essere prodotte senza l’utilizzo di alcuni discussi fitofarmaci. Il Consorzio di tutela della Denominazione di origine controllata, 415 milioni di bottiglie nel 2016, più di 22mila ettari di vigneti in nove province tra Veneto e Friuli Venezia Giulia, è pronto a vietare il ricorso ad alcune sostanze nelle vigne dei suoi produttori. Le tre molecole da mettere al bando sono Mancozeb, Folpet e Glifosate. Le prime due, sostanzialmente, servono a combattere la peronospora (uno dei funghi più aggressivi), meno usate del passato ma ancora del tutto legali. La terza, invece, è la componente principale di erbicidi tuttora assai diffusi, anche se al centro di numerose accuse per la sua tossicità. Il Consorzio, innanzitutto, inserirà lo stop a questi prodotti nel suo “Vademecum viticolo 2017”, il “manuale” con le pratiche indicate ai coltivatori per la prossima stagione. “Ma l’obiettivo - spiega il presidente  Stefano Zanette - è fare un passo ulteriore: inserire il divieto d’uso di queste sostanze nel disciplinare”. Se già alcune denominazioni, a partire dalla “consorella” Docg Valdobbiadene Conegliano, infatti, sconsigliano l’uso di questi trattamenti, il Prosecco Doc sarebbe tra le primissime (e certo la più estesa) a rendere obbligatoria e vincolante la messa al bando per i viticoltori. “In questo momento c’è una notevole preoccupazione da parte dei cittadini e dei consumatori - ribadisce Zanette -. Vogliamo dare un segnale concreto, non solo a parole, che la nostra denominazione si vuole caratterizzare per buone pratiche agricole e colturali, ma anche socio-economiche. Vuol dire vivere in armonia con chi vive attorno a noi e chi consuma il nostro prodotto”. In questo senso, il divieto dei tre principi attivi rappresenta il primo passaggio nel percorso verso una certificazione di sostenibilità del prodotto e, come fine ultimo, dell’intera filiera e del territorio, nel quale si vuole coinvolgere anche i consorzi del Conegliano Valdobbiadene e dell’Asolo Montello. Lo stesso governatore Zaia aveva di recente invitato i prosecchisti ad imboccare questa strada. Soprattutto si vuole tranquillizzare la popolazione, anche dopo le molte, roventi polemiche sui trattamenti tra i filari del prosecco e i rischi per la salute.

“Queste sostanze sono ammesse dalla normativa vigente - ribadisce Zanette - , ma provocano una tensione sociale che non possiamo ignorare. Da una indagine della Swg solo il 3% dei residenti nell’area della Doc si dice preoccupato, ma vogliano dare una risposta anche a queste persone. Potrà essere una scelta impopolare tra qualche produttore, ma ne va del futuro del prosecco”.

Sull’altro fronte, il consorzio Docg non è rimasto a guardare in questi anni: dal 2013 sono stati banditi i fungicidi Folpet e Mancozeb, mentre rimane ad oggi sconsigliato – ma non vietato – ai tremila viticoltori delle colline di Conegliano e Valdobbiadene l’impiego del Glifosate. ma sarà una situazione che durerà ancora poco: è stato infatti annunciato ieri che il Glifosate sarà proibito nel corso di quest’anno. Spiega il presidente Innocente Nardi: «Siamo consapevoli che fare viticoltura senza adeguate misure contro funghi o antiperonosporiche non sia possibile, ma senza diserbo sì».

Per questo il Consorzio docg negli ultimi anni ha promosso il pirodiserbo, l’impiego dell’acido pelargonico o di diserbanti a base di aceto.

(ha collaborato Claudia Borsoi)
Ultimo aggiornamento: 25 Febbraio, 10:54 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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