Redipuglia, l'Italia non dimentica:
12 milioni per restaurare il Sacrario

Sabato 21 Novembre 2015 di Maurizio Bait
Redipuglia, l'Italia non dimentica: 12 milioni per restaurare il Sacrario
Il Sacrario di Redipuglia, il più importante d’Italia con i suoi 110mila Caduti della Grande guerra, sarà restaurato dalla Presidenza del Consiglio con fondi complessivi per 12,5 milioni di euro. I lavori dovranno concludersi entro il 4 novembre 2017. Lo hanno annunciato ieri proprio nel luogo della memoria per eccellenza il sottosegretario Luca Lottie la presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani, che hanno assistito all’inaugurazione della "Piazza delle pietre" davanti alla Casa della Terza Armata da parte del ministro della Difesa Roberta Pinotti.

Il restauro, che riguarderà i 22 gradoni di Redipuglia e la parte sommmitale dell’immane struttura, progettato dagli architetti Eugenio Vassallo e Orazio Carpenzano, impegna 8,5 milioni di fondi statali ai quali si affiancano 4 milioni per ristrutturare in chiave innovativa la Casa della terza Armata rispettandone la fisionomia e la storia.

L’evento in quello che fu il fulcro del sanguinoso fronte orientale del conflitto, curiosamente è coinciso con il ventennale della Caduta del Muro di Berlino. Diversi i momenti di riflessione ed emozione a cominciare dal duplice contributo di Mina e dalle pietre dinnanzi al Calvario della guerra. La voce della signora della canzone italiana a interpretare il leggendario "Testamento del capitano" e a leggere le pagine dolenti di Carlo Emilio Gadda. E quelle 8.047 pietre levigate e rese unitarie nella pluralità dei colori, delle loro storie prima della Storia. Con un teorema di luci che animano dal basso quasi un cielo dell’umanità, dell’eterna petizione di pace in faccia all’indifferenza magnifica delle stelle sparsa sulla gradinata dei 110mila Caduti.

È la "Piazza delle pietre" con 130 varietà lapidee, l’installazione a lastricato voluta dalla Presidenza del Consiglio a Redipuglia, davanti alla Casa della Terza Armata, a cent’anni dalla Grande guerra, assemblando una pietra per ciascun Comune di un’Italia che proprio nelle trincee del Carso e poi sull’estrema linea del Piave parlò mille dialetti, s’intese per mezzo degli interpreti fra un friulano e un sardo, un napoletano e un piemontese, ma poi riconobbe nella comune minaccia e nella tragedia bellica condivisa una misura corale dell’unità nazionale.

Parte da Redipuglia, un nome derivante dallo sloveno "Sredipolje" ossia campo dissodato, la campagna di sistemazione e vorizzazione dei Sacrari militari, omaggio alle generazioni cancellate sul Carso e sulle montagne prima e più tardi, con la nuova guerra mondiale, nella piana infinita del Don, nelle sabbie roventi africane, nella Resistenza. Tutta memoria che il Governo intende conservare e valorizzare soprattutto con le scuole - come ha insistito Lotti - per consegnare il ricordo del sacrificio a chi dovrà progettare il futuro del Paese.

Proprio Lotti ha coinvolto senza sforzo Mina nell’evento: la sovraincisione della canzone degli Alpini (mutuata in realtà dalla Napoli in balia delle milizie franco-spagnole del 1528) rende un effetto di 16 voci della stessa voce capace di evocare un coro delle Penne nere. Poi il video dove Mina legge Gadda mentre scorrono le istantanee dal fronte. Parole di sofferenza e fratellanza dallo scrittore, che pure - prima del fronte - era stato un fervente interventista arroventato dal fuoco dannunziano. Rimase convinto della necessità della guerra, ma ne ebbe orrore.
Ultimo aggiornamento: 10 Novembre, 08:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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