La Regione Veneto fisserà i limiti per gli stabilimenti balneari

Venerdì 27 Gennaio 2017 di Alda Vanzan
La Regione Veneto fisserà i limiti per gli stabilimenti balneari
Spiagge, l’annosa e intricata partita delle concessioni balneari demaniali - quelle che l’Europa con la direttiva Bolkestein vuole liberalizzare mettendo tutto a gara - diventerà parzialmente di competenza delle Regioni. Nel senso che saranno le Regioni - e quindi Palazzo Balbi per le spiagge da Rosolina a Bibione - a fissare durata e limitazioni delle concessioni stesse. Di più non è dato a sapere visto che la novità è contenuta nel disegno di legge delega approvato ieri dal Consiglio dei ministri, un testo su cui la quasi totalità delle associazioni ha espresso un giudizio improntato sulla prudenza, proprio perché non se ne conoscono ancora perfettamente i contenuti. Cauto, ad esempio, il commento di Confturismo Veneto che con le rispettive federazioni rappresenta nella regione 2600 imprese, 130 camping e 70 stabilimenti balneari.

Solo la Cna ha stroncato il provvedimento («I criteri indicati per l’affidamento delle concessioni non garantiscono adeguatamente la continuità delle imprese in attività con il rischio di metterle in ginocchio»), mentre sul fronte politico il giudizio più duro è arrivato da Forza Italia («Questo disegno di legge dà un potere di decisione alle singole Regioni che potrebbero discriminare l’una o l’altra impresa, lo smantelleremo quando arriverà in Parlamento», Maurizio Gasparri).
Di sicuro le novità varate ieri a Palazzo Chigi non saranno immediate: si tratta di un disegno di legge che quindi dovrà essere approvato dal Parlamento, poi ci saranno altri sei mesi di tempo per i decreti delegati da parte dei ministeri interessati. Insomma, non sarà breve. Quel che gli operatori vogliono capire, però, è se con questo provvedimento le concessioni esistenti saranno tutelate o se invece sarà messo tutto a gara come chiede la direttiva Bolkestein, vanificando così investimenti anche sostanziosi sostenuti per ammodernare gli stabilimenti balneari. Il disegno di legge fissa due principi: 1) prevedere criteri e modalità di affidamento che rispettino i principi di concorrenza, qualità paesaggistica e sostenibilità ambientale, garanzia dello sviluppo e della valorizzazione delle attività imprenditoriali, attraverso procedure selettive che “assicurino garanzie di imparzialità e trasparenza”, prevedano “un’adeguata pubblicità” e “tengano conto della professionalità acquisita”; 2) stabilire adeguati limiti minimi e massimi “di durata delle concessioni” entro cui “le regioni fissano la durata” in modo da assicurare “un uso rispondente all’interesse pubblico”, prevedendo anche che esse possano “disporre che un operatore economico può essere titolare di un numero massimo di concessioni”.

Dunque, lo Stato dà la cornice e le Regioni poi interverranno. Quanto alla cornice, bisognerà vedere cosa succederà in Parlamento. «Bisogna cancellare la direttiva Bolkestein per le imprese balneari e il commercio ambulante italiano, il governo Gentiloni continua ad ignorare che la Spagna e il Portogallo hanno dato permessi pluridecennali alle imprese balneari», ha detto il forzista Gasparri. Il mondo imprenditoriale, intanto, resta cauto: «Aspettiamo di leggere e analizzare la versione integrale del testo ufficiale – ha detto il presidente di Confturismo Veneto e vice nazionale Marco Michielli - È fondamentale che venga riconosciuto il valore dell’impresa, assieme allo sviluppo raggiunto a suon di investimenti».

 
Ultimo aggiornamento: 28 Gennaio, 07:44 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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