Covid. Variante Delta in Veneto, Zaia ordina: «Ogni giorno 30mila tamponi»

Sabato 26 Giugno 2021 di Angela Pederiva
Covid. Variante Delta in Veneto, Zaia ordina: «Ogni giorno 30mila tamponi»

La diretta televisiva e social sarà anche finita, ma la video-riunione con i direttori generali certamente no. Ieri il governatore Luca Zaia ha chiamato a rapporto i dg e ha scandito l'ordine di scuderia: «Garantire ogni giorno almeno 30.000 tamponi». Malgrado i vaccini, e nonostante l'estate, la strategia regionale è chiara: non bisogna abbassare la guardia di fronte al virus, tanto più ora che la minaccia si chiama variante Delta.

Per quanto riguarda la mutazione, l'Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie prosegue i sequenziamenti ma invita a valutare la situazione senza allarmismi: «Non è di una diffusione preoccupante», ha ribadito il direttore generale Antonia Ricci, ricordando come il focolaio che si era acceso nel focolaio fosse rimasto confinato tra alcuni nuclei familiari indiani, legati al contagio dei dipendenti di un'azienda. «È chiaro che i casi stanno aumentando, ma non vediamo una circolazione maggioritaria, è ancora preponderante (95%) quella inglese: anche in Inghilterra stanno aumentando i casi, ma non con la stessa crescita di ospedalizzazioni e casi gravi come in passato», ha sottolineato il dg, per cui la variante Delta sta trovando due ostacoli quali «l'alta percentuale di vaccinati e la stagione estiva».



Ad ogni modo la Regione vuole evitare rischi, per quanto ieri la cabina di regìa abbia confermato la zona bianca, visti i 7,1 positivi ogni 100.000 abitanti e i tassi di occupazione ospedaliera all'1,3%. Oltre a disporre un potenziamento della sorveglianza di laboratorio, infatti, Zaia ha fornito ai vertici delle aziende sanitarie e ospedaliere indicazioni precise sui test da effettuare quotidianamente: fra 500 e 600 ogni 100.000 abitanti in ogni area di competenza, dunque in Veneto da 24.262 a 29.115, di cui almeno 9.705-11.646 molecolari e il resto antigenici. La richiesta è comunque di attenersi ai valori più alti e magari pure di superarli, per cui l'Ulss 1 Dolomiti dovrà eseguirne almeno 1.198, l'Ulss 2 Marca Trevigiana 5.268, l'Ulss 3 Serenissima 3.698 e l'Ulss 4 Veneto Orientale 1e 1.360, l'Ulss 5 Polesana 1.392, l'Ulss 6 Euganea e l'Azienda ospedaliera di Padova 5.563. Le popolazioni da coinvolgere nello screening saranno pazienti, operatori e visitatori delle strutture sanitarie e territoriali, familiari e assistenti dei disabili, atleti e tecnici degli sport agonistici, turisti che rientrano dall'estero, frequentatori dei centri per migranti e delle mense popolari, spettatori di manifestazioni sportive e culturali, futuri clienti delle discoteche e bagnanti sulle spiagge.


Intanto proprio sul litorale è partito un servizio di tampone antigenico rapido per dipendenti e clienti degli hotel. L'iniziativa è promossa dall'Associazione jesolana albergatori, in una località che conta 370 strutture e 6.000 operatori. «La sicurezza dei nostri ospiti e dei nostri collaboratori è sempre stato un punto fermo per la nostra categoria», commenta Alberto Maschio, presidente dell'Aja.

Aggiunge Vincenzo Papes, amministratore delegato del Centro di Medicina, che collabora all'operazione: «La tempestività nell'intervenire ad isolare i casi di un potenziale focolaio diventa strategica per non interrompere l'attività economica».

Ultimo aggiornamento: 27 Giugno, 10:44 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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