ROVIGO - Patti chiari fin dall'inizio: chi vorrà ottenere il posto a tempo indeterminato nel laboratorio di procreazione dell'ospedale San Luca di Trecenta, non dovrà poi rifiutarsi per questioni etiche di praticare l'attività per cui è stato assunto. Sembra una cosa ovvia, invece non lo è, visto quanto accaduto in passato. Nel 2014 le due biologhe, assunte e collocate al centro Pma dell'ospedale altopolesano nel 2009, decisero di opporre obiezione. Per l'azienda c'era il rischio di incorrere nell'interruzione di pubblico servizio. Così l'allora direttore generale, Arturo Orsini, conferì un incarico occasionale a un'altra biologa. Di recente l'Ulss polesana ha deciso di stabilizzare questa figura.
Spiega il direttore generale Antonio Compostella: «Nel bando è scritto chiaramente che cerchiamo un dirigente biologo per l'attività di procreazione medicalmente assistita. Chiaro, dunque, che non possiamo trovarci poi nella situazione già vissuta, di non avere personale disponibile a praticare l'attività per cui è stato assunto».
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