BADIA POLESINE - «Mi chiedo quali sono i diritti di una cittadina italiana. Soprattutto se è una persona con disabilità, che meriterebbe più attenzione». Donatella ha 63 anni e oltre alla sclerosi multipla sta affrontando una procedura di sfratto dall'abitazione in cui si trova, a Villafora di Badia Polesine.
Lo sfratto
Lo sfratto com'è arrivato? «Il proprietario ha detto che doveva vendere. In realtà abito ancora qui e c'è un contenzioso: il contratto doveva essere un 4+4, poi è arrivata la comunicazione di vendita e la richiesta di andarmene. Questa casa non ha le utenze a norma. La caldaia si spegneva e non manteneva la pressione perché ha una perdita, come è stato appurato da una nota firmata da un tecnico. Inoltre, il salvavita saltava sempre. Ho chiesto più volte, anche tramite avvocato, che tali dispositivi fossero riparati: i 500 euro di affitto li pagherei anche ma per una casa con un minimo di sicurezza». Da tutto ciò è nato il rifiuto di Donatella di pagare la pigione, e si è arrivati allo sfratto per morosità. «Il problema - prosegue la donna - è che io sono ammalata di sclerosi multipla, ho l'85% di invalidità, ho perso la vista all'occhio sinistro e cammino con il bastone. Quindi mi trovo ancora di più in condizione di precarietà. Quando mi sbatteranno fuori, dove andrò? Possibile che in Polesine non ci sia una casetta con giardino dove stare con due cani e due gatti? Non chiedo il mondo. Mi sono rivolta alle istituzioni e ai sindaci, ho interessato gli amici: niente».
«Rifiuto il suggerimento dato dai più - sottolinea Donatella - di abbandonare gli animali e di ricoverarmi in un istituto o cose del genere. Sono un'ex insegnante, con una laurea in tasca: ho anch'io la mia dignità».
«Non so cosa succederà: sono molto stanca e preoccupata - aggiunge affranta Donatella - ho pensato anche al suicidio assistito, perché non ce la faccio più. Però, ho degli animali da seguire, non voglio abbandonarli».
Casa introvabile
«Vorrei fosse chiaro - precisa la 63enne - che non cerco l'elemosina. Non sono ricca ma ho una pensione e l'aiuto di alcuni amici. Quello che non capisco è questa chiusura: ho scritto lettere spiegando i problemi abitativi delle persone con sclerosi multipla, che hanno le scale come nemici, e non possono installare a proprie spese un montascale. Possibile che non ci sia una casa dove poter entrare agevolmente anche con un bastone, o in futuro con una carrozzina? Tutti gli appartamenti che ho visto, mi sono stati rifiutati: perché? A parte i due cani e i due gatti, è successo anche, ad Occhiobello, che mi abbiano detto che ero troppo povera. Vogliono affittuari con due stipendi, m'ha spiegato l'agente immobiliare. Due stipendi per un affitto di 400 euro?».
«L'ultima è successa a Corbola - conclude Donatella - una casa con una scala a chiocciola, piena di muffa, con le pareti scrostate e il sottotetto in condizioni precarie. Ho pagato il primo affitto, ho pagato l'agenzia, ho fatto fare un preventivo per le manutenzioni e sono stati acquistati dei materiali. Poi improvvisamente m'hanno detto no, il proprietario non voleva mettere a posto l'immobile. Alla fine ho scoperto che l'ha affittato a una coppia».