L'architetto Meneghello critica i mosaici della chiesa e scrive al vescovo: «La cerimonia di benedizione va bloccata, opere di basso livello formale»

Il professionista ha chiesto, con un telegramma inviato al Vescovo, di non procedere con la benedizione. «Sono di un basso livello formale»

Lunedì 29 Aprile 2024 di Giampiero Maset
I mosaici realizzati nella chiesa della Madonna delle Grazie e criticati dall'architetto Nerino Meneghello

CONEGLIANO (TREVISO) - Un’opera che fa discutere. Contestati dall’architetto Nerino Meneghello i mosaici della superficie complessiva di 200 metri quadrati, installati lo scorso marzo nell’abside della chiesa della parrocchia Madonna delle Grazie a Monticella. Il professionista ha chiesto, con un telegramma inviato al Vescovo, di non procedere con la benedizione. «Sono di un basso livello formale». «Era il sogno del mio predecessore e di tanti sacerdoti decorare la chiesa - sottolinea il parroco don Pietro Bortolini - quest’opera piace alla maggioranza dei fedeli». La chiesa è stata edificata nel 1968 su progetto proprio di Meneghello e consacrata nel 1971 per soddisfare alle esigenze di una comunità in forte crescita, che in precedenza apparteneva alla parrocchia dei Santi Martino e Rosa. Precisamente la parrocchia è denominata della “Visitazione della Beata Vergine Maria”. A volerla fu ancora del 1965 l’allora vescovo Albino Luciani, che con proprio decreto la ha istituita.

LA CERIMONIA

Come ha anticipato don Bortolini, il 26 maggio prossimo alle 16,30 è prevista una solenne celebrazione per la benedizione dell’opera con la partecipazione del vescovo Corrado Pizziolo della diocesi di Vittorio Veneto, autorità, maestranze e fedeli. L’architetto Meneghello, nella sua qualità di progettista della chiesa, ha detto di «avere inviato a sua eccellenza un telegramma, pregandolo di non procedere alla benedizione». Ma, da quello che si è saputo, il vescovo sarà comunque presente all’evento. I mosaici sono stati prodotti da quindici artisti del Centro Aletti, con sedi a Roma e Loreto, guidato da un cardinale. «Sono di livello formale talmente basso da non meritare nessuna attenzione se non si trattasse di una vera e propria profanazione di un luogo sacro» afferma Meneghello.

LA CONTESTAZIONE

A suo parere su è trattato di «un intervento di abbellimento con immagini devozionali insipide che soffocano ogni possibilità di sviluppo culturale e di riforme così fortemente volute dal Concilio Vaticano II nel 1963». E sottolinea: «Il mio intervento in merito a quanto accaduto recentemente all’interno della chiesa della Madonna delle Grazie è principalmente un’azione di carattere culturale, data la mia competenza, contro l’intorbidamento e l’inquinamento decorativo, falsamente sacro e in netto contrasto con la stessa riforma del Varicano II». L’architetto in sostanza ha evidenziato che la chiesa non aveva bisogno di quei mosaici per come era stata concepita. «Con apparentemente modesti interventi - ha affermato - si è avviato un processo che, invece di facilitare quanto quell’edificio rispondeva alla riforma liturgica del 1963, ha assunto l’obiettivo di cancellare tutto quello che poteva, anche in forme modeste, avvicinarlo a quello che nel passato aveva celebrato la gloria di Dio e della Chiesa». Era una chiesa completamente priva di opere pittoriche. Il mosaico più grande è alto oltre dieci metri ed è stato collocato e fissato al muro nel retro dell’altare. Sono rappresentati Gesù crocifisso con accanto Maria e San Giovanni e sopra la Gloria di Dio.

Gli altri due laterali sono di circa quattro metri per quattro e raffigurano rispettivamente Maria in visita alla cugina Elisabetta e un momento preparatorio della Cena di Emmaus.

LA SODDISFAZIONE

Il parroco don Bortolini non entra nella polemica, ma sostiene che «decorare un presbiterio del tutto spoglio con qualche figura musiva era un sogno del mio predecessore don Massimo Magagnin, oltre che un desiderio del vescovo Corrado Pizziolo e di tanti sacerdoti della diocesi», aggiungendo che «l’opera ha ottenuto tutte le approvazioni del caso, cioè del consiglio pastorale e affari economici della parrocchia, della curia e dell’istituto di arte sacra diocesana, incontrando il favore della stragrande maggioranza dei fedeli che hanno manifestato la loro soddisfazione».

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