CORNUDA - Dietro quella splendida ragazza di Cornuda che frequenta all'Einaudi di Montebelluna il secondo anno, con un volto intenso incorniciato da migliaia di riccioli, oltre alle tante avventure di un'adolescente come le altre ce n'è una di particolare che non dura qualche settimana ma un'intera vita. Camilla, così si chiama la 16enne, convive da anni con il diabete di tipo 1, che le è stato diagnosticato quando di anni ne aveva 7. Una complicazione non da poco, che grazie anche alla tecnologia non le vieta però di vivere la sua adolescenza nella massima pienezza. Con l'aiuto della sanità del terzo millennio e grazie a una famiglia che la sostiene. La sua storia, che è la storia, in realtà, di un nucleo di quattro persone, mamma, papà e fratello, la cui vita è stata rivoluzionata dal diabete, è stata raccontata dalla mamma, Paola Tranquillo, in un libro, Ricciolo ribelle.
LE SFIDE E LE PAURE
Paola nel suo testo presentato ieri, 28 maggio, a Valdobbiadene, racconta le sfide, le paure, le cadute di una mamma, all'inizio spaventata, quasi disperata, che si chiedeva perché una cosa del genere fosse capitata proprio a lei. In quel momento la botta è stata forte -racconta- mi veniva voglia di chiudere tutto. E capivo invece che non mi erano concessi smarrimenti». Ma Paola racconta anche un percorso fatto di aghi, insulina e diagnosi, controlli e app, misurazioni, conteggi e microfusori. «Sì, perché Camilla ha un sensore che monitora costantemente la situazione -racconta la mamma- ed è collegato a un microfusore che rilascia l'insulina quando è necessario».
LE INIZIATIVE
La sua storia, indubbiamente, può rappresentare un aiuto per quanti vivono una situazione simile. A tutti loro ha pensato la famiglia di Camilla quando, nel 2017, ha dato vita a un'associazione, Nastrino invisibile, presieduta appunto da Stefano Palermo, il papà della giovane, dove Paola è invece volontaria. Le offerte raccolte con questo libro, andranno a coprire le varie iniziative che l'associazione mette a disposizione delle famiglie con diabete di tipo 1. «Non solo svolgiamo attività di sportello cercando di sostenere le famiglie in difficoltà -racconta Paola- ma nel tempo abbiamo portato avanti vari progetti. Ad esempio, abbiamo cercato di far introdurre nei menù dei ristoranti della provincia il calcolo dei carboidrati presenti nei piatti. Un dato che è determinante per le persone con diabete. Un'innovazione adottata da Fraccaro a Castelfranco e in un locale di Treviso, il Plenus Bistrò, ma contiamo di riprendere e ampliare il progetto». Con l'aiuto di tutti. E, soprattutto, di Ricciolo ribelle.