MOTTA DI LIVENZA - Il cartello, molto poco diplomatico, non lascia spazio di certo all'immaginazione. Ma aiuta a capire lo stato d'animo dei residenti. Il cestino pubblico che si riempie un minuto dopo dallo svuotamento è solo uno dei tanti in giro per il centro di Motta, come ad esempio nell'area del Patronato don Bosco oppure quello tra viale Venezia e piazza Martiri, o quello nascosto da dei ponteggi lungo borgo Aleandro.
LE PROTESTE
«Non è tanto avere il cestino sempre pieno ogni giorno dell'anno - sbotta un residente - ma la mancanza di senso civico e di educazione da parte di queste persone che continuano a gettare i loro rifiuti nei cestini pubblici. Non se ne può più, bisogna fare qualcosa». A onor del vero ancora sabato mattina altri eco-furbi sono passati da quelle parti e hanno appoggiato altri sacchetti sopra quello col cartello, tanto per non far mancar nulla. Ieri nel frattempo c'è stato lo svuotamento.
IL PRIMO CITTADINO
A precisa domanda il sindaco Alessandro Righi nel fine settimana ha spiegato come le multe per questo tipo di reato si stiano moltiplicando grazie all'utilizzo delle cosiddette foto-trappole, telecamere mobili che inquadrano il responsabile. «Quello che posso dire al momento è che le multe vengono comminate con costanza e ci sono stati casi anche abbastanza clamorosi. Un residente, per dire, è stato multato per ben cinque volte in quanto è stato sorpreso a lasciare immondizie in diversi punti della città. Un'altra residente invece si è presentata al comando della polizia locale per protestare contro l'utilizzo improprio dei bidoni e si è vista consegnare la contravvenzione: infatti lei stessa era stata immortalata dalle fototrappole. C'è chi si lamentava su questo argomento via social ma poi, una volta multato, sono sparite anche lamentele. Spesso si tratta di persone insospettabili e capisco il malessere dei tantissimi cittadini che invece seguono le regole. Continueremo a monitorare visto che il fenomeno non sembra diminuire, anzi».