L'attrice trevigiana Federica Rosellini è Teresa nell'ultimo film di Lucchetti: «Con il mio corpo cerco "Confidenze". A teatro? Ho vinto tutto quello che potevo»

Domenica 12 Maggio 2024 di Elena Filini
Federica Rosellini

TREVISO - «È divertente si gridi alla rivelazione. Lavoro per il cinema da anni, però se questo ruolo potrà dare la svolta sarà molto bello». Federica Rosellini con il suo biondo cenere declinato in lunghi capelli mossi. Con quel volto scavato, l'occhio ceruleo, l'aria distante dalla bellezza tradizionale. Scavata, tormentata empatica. Attrice di cose complesse. Ed è alla complessità del personaggio di Teresa che dà volto e soprattutto corpo in "Confidenza" l'ultimo film di Daniele Luchetti tratto da un romanzo di Domenico Starnone. «La cosa divertente? Avevo sostenuto il provino per il ruolo che poi è andato a Vittoria Puccini.

Non pensavano a me per la protagonista, neppure io ci pensavo. Ma con Daniele Luchetti è stato da subito un incontro importante».

Sta chiudendo un film con Gianni Amelio, ha in previsione titoli come regista e dramaturga e debutterà con lo Stabile del Veneto in Elettra di Hoffmannsthal. Ma intanto Federica Rosellini si gode il successo personale di "Confidenza" dove interpreta, accanto a Elio Germano, il ruolo di Teresa Quadraro, la più dotata e scaltra delle studentesse di cui il professor Vela finirà per innamorarsi lasciandosi andare a una travolgente passione legata al più inconfessabile segreto.


Federica, sta avendo un successo personale con questo ruolo. È una sorpresa?
«La cosa che mi diverte di più è che si gridi alla rivelazione, dice molto del fatto che cinema e teatro siano mondi separati. A teatro ho vinto tutto quello che potevo vincere, ma effettivamente il cinema è un mondo a parte. Detto questo, mi sorprendono sempre queste cose e sono grata ad una critica unanime, e a parole molto belle rispetto al film e al mio lavoro».


Perchè Luchetti ha pensato a lei per Teresa?
«In realtà non ci ha pensato. Loro cercavano da tantissimo tempo Teresa finchè i direttori di casting, dopo avermi vista a teatro, mi avevano proposto. Non ero neanche uscita, e lui aveva chiamato la mia agente. Poche volte accade che i provini si rivelino davvero un luogo in cui si riconosce».


Chi è Teresa?
«Quando ho letto la sceneggiatura volevo evitare di farne una coscienza negativa, la cosa meravigliosa è stata crearla, nel libro di Starnone si parla pochissimo di lei, noi abbiamo fatto un lavoro per darle tridimensionalità. Teresa è una donna libera, ha una durezza ma anche una incredibile dolcezza, è un'intelligenza proteiforme incarnata. Era importante per me far emergere, in una donna così intelligente, un rapporto così forte con il corpo e con il desiderio. Rappresenta un femminile selvatico e scomposto».


Nel film il rapporto con Elio Germano è molto intimo, come avete lavorato?
«Quello con Elio Germano è stato un incontro fortunato. Daniele ci faceva improvvisare e noi ci siamo immedesimati totalmente. Durante le scene di sesso Elio e Daniele hanno avuto la delicatezza necessaria per accedere a quel tipo di materiale, la troupe è stata molto attenta. Questo ha permesso che tutto accadesse in maniera fluida, senza forzature».


In questi giorni sta terminando "Campo di battaglia", un film di Gianni Amelio girato a Nordest.
«Io sono la protagonista femminile di un triangolo amoroso che si svolge durante la prima guerra mondiale. È un film in costume in cui sono accanto ad Alessandro Borghi e Gabriel Montesi».


A teatro sarà per la prima volta a Nordest con lo Stabile del Veneto. Una gioia?
«Una grande gioia, soprattutto perchè è la mia prima produzione con lo Stabile. Arrivo nel ruolo di Elettra nel dramma di Hoffmannsthal, mi ha chiamata Serena Sinigaglia, regista della pièce, con cui avrei sempre voluto lavorare. Una delle ragioni che mi ha spinta ad accettare è che ero felice in qualche modo di tornare a casa».


Federica Rosellini ha lasciato da tempo il conforto della provincia e da Treviso si è trasferita a Roma. Come va?
«È una città di cui amo il calore, l'entropia e anche - in parte - il disordine. Per altre ragioni è una città insopportabile. Però qui ho trovato un'accoglienza che non ho trovato in altre città».


Cosa le porteranno i prossimi mesi?
«Per fortuna tutte le cose che speravo di fare, sia progetti come interprete teatrale, sia progetti come autrice regista e drammaturga (a luglio andrà al festival di Spoleto un mio lavoro). E poi spero che il cinema diventi una costante. Mi piace la possibilità di rischiare».


Una cosa bella che farà quest'estate?
«Un viaggio in Armenia che sogno da quando avevo 16 anni».
 

Ultimo aggiornamento: 13:22 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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