TREVISO - Per impedirgli di perseguitare la giovane cassiera di cui si è invaghito ci è voluto il carcere. Le sue avances plateali non si erano fermate né durante il processo per stalking né quando erano scattati gli arresti domiciliari. In un caso aveva fatto recapitare un mazzo di fiori alla presunta vittima durante l'udienza. Nell'altro era evaso presentandosi nel supermercato di Fiera in cui la 24enne lavora. Adesso per il 65enne scatta la perizia psichiatrica. L'ha disposta ieri mattina, 3 settembre, il giudice Iuri De Biasi durante quella che avrebbe dovuto essere l'udienza conclusiva del processo. Spetta al dottor Alberto Kirn valutare le condizioni psichiche dell'uomo, seguito dall'Ulss per un grave disturbo bipolare.
VITA IMPOSSIBILE
Da tempo l'uomo, difeso dall'avvocata Letizia Parpinel, aveva preso di mira la giovane trevigiana che lavora in un market di Fiera. Lettere, messaggi, visite improvvisate, dichiarazioni d'amore, senza limiti né di quantità né di tempo. Rendendo la vita impossibile alla giovane con chiamate e videochiamate a tutte le ore. Inutile chiedergli ripetutamente di smetterla: l'uomo ha continuato a perseguitarla, pur senza diventare esplicitamente minaccioso o addirittura violento, finché non è stato necessario passare alle segnalazioni alle forze dell'ordine e quindi alle denunce. Le attenzioni si erano trasformate in una vera e propria persecuzione. Tanto che la ragazza si è vista costretta giornalmente a farsi accompagnare al lavoro dal fidanzato o dai genitori per evitare le incursioni del cliente, che comunque non mancava durante il turno di lavoro, con la scusa di fare la spesa (fino a 5 volte al giorno), di subissarla di morbose attenzione: «Tu sei la mia sposa, sei la mia donna» continuava a ripeterle. A quel punto era scattata la denuncia, a cui erano seguite restrizioni puntualmente violate: lui continuava a tempestarla di chiamate.
IN CELLA
L'escalation di violazioni avevano portato il giudice a inasprire la misura cautelare: così per il 64enne si sono spalancate le porte del carcere di Santa Bona. Chissà se la cella basterà a raffreddare i suoi bollenti spiriti.