MESTRE - Un mistero ancora insondabile, la mente della 33enne Angelika Hutter che, il 6 luglio scorso, ha travolto e ucciso con la sua Audi una famiglia di Ca’ Solaro in vacanza a Santo Stefano di Cadore, uccidendo il piccolo Mattia Antoniello, di due anni, al suo papà Marco di 47 e la nonna materna Maria Grazia Zuin di 64, che stavano camminando sul marciapiede insieme al nonno materno Lucio Potente e a mamma Elena Potente.
L’INCHIESTA
Nel frattempo, qualcos’altro deve essere scattato nella mente di Angelika Hutter, portandola a un nuovo accesso di aggressività sfociato, questa volta, in manifestazioni violente nei confronti delle compagne di cella e del personale del carcere. Nella consulenza disposta dal Pm Simone Marcon era emerso che l’indagata era capace di intendere e volere: le conclusioni, però, non sono bastate, spingendo l’accusa a rivolgersi al giudice per un accertamento definitivo, che porterà alla formulazione della contestazione della Procura di Belluno nei confronti di Angelika Hutter, che per il momento è di omicidio stradale plurimo. L’indagine, intanto, procede: lo scorso 10 ottobre è stata effettuata la ricostruzione della dinamica dell’investimento mortale con i manichini a simulare i corpi di Maria Grazia Zuin e Marco Antoniello. Dai primi accertamenti non erano emersi guasti alla vettura. Dopo sei mesi il dolore è ancora grande nella famiglia Potente: nonno Lucio e mamma Elena si sono stretti nel riserbo ed Elena, che nello schianto ha perso nel giro di pochi istanti compagno, figlioletto e madre, ha riservato toccanti parole alla comunità di Santo Stefano di Cadore. «Santo Stefano è diventato per me un luogo prezioso, che custodisco gelosamente nei frammenti del mio cuore. Quando penso alla comunità di Santo Stefano, vedo persone gentili e buone d’animo che si sono strette a me nel dolore insopportabile di quei momenti».