MIRANO - Nella calma piatta delle risposte alla ricerca di dipendenti da parte del settore della ristorazione c’è anche chi alza il braccio e si dice disponibile. A raccontarlo è Giorgia Codato, che gestisce l’Hortaria sia di Mirano che a Milano: «Dopo l’articolo pubblicato su Il Gazzettino mi ha chiamato un signore di 58 anni che vive a Verona.
Lavoro over 50
Ancora una volta, però, la voglia di sacrificarsi proviene da chi fa parte di una generazione diversa da quella dei giovani d’oggi. Codato racconta però un’altra storia: «Oggi (ieri, ndr) mi è arrivato un altro curriculum di un uomo che, dopo aver letto l’articolo, si voleva proporre per sostenere la propria famiglia». Sebbene la ricerca di lavoro oggi passi per i social, in alcuni casi c’è chi si vuol mettere in gioco, anche per sopperire alle esigenze del quotidiano, con un contatto diretto verso il titolare dell’attività. L’imprenditrice commenta gli episodi: «L’uscita pubblica ha scosso quelle persone che vogliono lavorare e che magari oggi non hanno un impiego. Torna però il tema della generazione, visto che i più disponibili sono professionisti che vengono dalla vecchia scuola». Storia dal risvolto diverso invece per Giulio Antonello, che al suo Algiubagiò ha ricevuto una mail: «Mi ha contattato un ragazzo di diciassette anni, chiedendomi se potesse andar bene nonostante l’età. Gli ho detto certo che sì, lo vedrò mercoledì e se andrà bene, probabilmente lo assumerò». L’imprenditore si lancia poi in un commento: «Quei quarantenni e cinquantenni che oggi non lavorano sono quelli che non hanno investito nel saper lavorare, nell’imparare un mestiere. Chi ha sbarcato il lunario senza impegnarsi. Per carità, forse è vero che ci possono essere realtà che sfruttano, una cosa vergognosa che non dovrebbe esistere. Ma serve anche voglia di metter dentro la testa e apprendere». Timide invece le reazioni degli altri “osti” che erano intervenuti sul tema della difficoltà nel reperire figure professionali di primo piano. Da Monica Busatto (“Al Gallo” a Noale) non si è fatto vivo nessuno. Alessio Boldrin conferma la ricerca di personale: «Più per avere giro che per reale necessità, ma non si è comunque fatto vivo nessuno. Prima o poi temo dovrò ridurre i coperti, e quando arriverà qualcuno a chiedere lavoro, dovrò far presente che sarà troppo tardi». Il gestore del bacaro “Il Gusto” di Fossò va oltre: «Ci lamentiamo sempre quando vediamo un locale storico chiudere per lasciare spazio ai cinesi, diciamo “che peccato, era un bel posto”, ma è logico, se nessuno ha voglia di lavorare, si finisce così».
Stipendi
Proprio sul tema della retribuzione una mail, firmata da Gianluca Nardon. «Parlo per mia moglie, ma è un mal costume di tutto il settore. Forse i lavori proposti non vengono accettati per le condizioni economiche a cui i lavoratori sono costretti ad accettare e un giovane forse prima si guarda intorno». Prosegue: «Poi chi invece ha l’esigenza di mandare avanti una famiglia è costretto ad accettare condizioni al limite della legalità e paghe da fame. Mia moglie, 21 anni di esperienza, unica cuoca della cucina, era inquadrata come cameriera a 6 ore al giorno (non 8 come da mansione) di conseguenza due ore di straordinario al giorno non pagati, paga da fame a 4 euro netti all’ora».