Michelle a Murano per vedere come
nasce il vetro artigianale: «Capacità
ed estro artistico unici»

Sabato 20 Giugno 2015
Michelle a Murano per vedere come nasce il vetro artigianale: «Capacità ed estro artistico unici»
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VENEZIA - La first lady americana Michelle Obama ha iniziato alle 11 di stamani una visita ai padiglioni della Biennale di Venezia.

La moglie del presidente si è intrattenuta in particolare nel padiglione statunitense. Michelle Obama, con un abito senza maniche in fantasia, è accompagnata dalle due figlie Sasha e Malia.

È durata complessivamente più di un'ora la visita di Michelle Obama, delle figlie Sasha e Malia, e della madre alla Biennale di Venezia. Gran parte del tempo è stato trascorso dalla first lady americana nel padiglione del suo Paese (un edificio in stile palladiano costruito negli anni '30) dove si è intrattenuta per quaranta minuti prima di visitare velocemente i padiglioni di Serbia, Egitto e Polonia.

A raccontare i particolari della visita è stato il presidente della Biennale di Venezia Paolo Baratta che ha accolto le ospiti al loro arrivo ai Giardini di Castello e le ha accompagnate a conoscere Joan Jonas, rappresentante degli Usa alla 56/ma Esposizione d'Arte di Venezia e il curatore dell'istallazione Paul Ha. Baratta ha riferito che la first lady più volte ha avuto esclamazioni entusiastiche («Amazing», meraviglioso) guardando il padiglione. «Mi è sembrata una visita in famiglia - ha sottolineato - con molti commenti tra di loro sulle opere esposte». Particolarmente interessate ai video di Joan Jonas le figlie del presidente americano, che hanno voluto conoscere anche i dettagli tecnici delle apparecchiature utilizzate per la realizzazione delle immagini. Dopo il percorso al padiglione americano la visita avrebbe dovuto concludersi ma Michelle Obama, sovvertendo il rigidissimo protocollo della Casa Bianca che ha tenuto a debita distanza tutti i giornalisti, ha detto: «Voglio parlare con le mie figlie per vedere se desiderano fermarsi ancora un po'. È una giornata meravigliosa».

A Baratta la first lady statunitense ha riferito della fama di cui gode la Biennale oltre oceano. «Tantissimi miei amici ci sono venuti - ha raccontato - e mi hanno detto cose fantastiche della Biennale». Soddisfatto della visita presidenziale anche Ha. «Il lavoro di Jonas di solito è molto difficile da comprendere - ha commentato -. Loro hanno fatto molte domande sui video ed hanno riflettuto sui contenuti. Le ragazze, in particolare, li hanno guardati tutti con molta attenzione e per questo la visita è durata molto a lungo».

Il motoscafo di Michelle sfreccia in laguna

Michelle Obama, conclusa la visita alla Biennale d'arte, è giunta in motoscafo a Murano, dove ha in programma una visita ad una fornace per la produzione del vetro. Ad attendere l'arrivo della first lady americana, un gruppo di una quarantina di persone, la maggior parte dei quali residenti, assiepati sotto il sole in fondamenta Venier dietro il cordone di sicurezza, a una trentina di metri dall'approdo. Oltre a qualche turista francese, presente, in prima fila, anche un gruppetto proveniente dal Texas, che aveva appreso solo in mattinata della presenza in Laguna della moglie del presidente.

Dalla Biennale a Murano

È durata una quarantina di minuti la visita di Michelle Obama a Murano. La first lady americana ha lasciato l'isola in motoscafo, dopo aver firmato il libro ospiti della vetreria "Ars Cenedese", che ha visitato in forma privata. «Grazie per l'incredibile visita. È stato un privilegio avere l'opportunità di vedere un importante artigianato al lavoro. La capacità e l'estro artistico sono veramente uniche. La nostra famiglia ha apprezzato e farà tesoro del tempo passato qui. Con grande affetto, Michelle Obama»: è il ricordo che la moglie di Barak Obama ha scritto in inglese nel libro della ditta muranese, fondata nel 1946, che aveva già ospitato, tra gli altri, i presidenti Usa, Carter e Ford, e la segretaria di stato Madeline Albright.

Come ha spiegato il direttore della vetreria, Ennio Leperdi, Michelle Obama ha visitato prima la fornace, dove ha assistito alla dimostrazione pratica della riproduzione di una coppa soffiata del diciottesimo secolo, e poi le sale, ricevendo in omaggio per la sua famiglia, al termine della visita, un vaso lavorato a canne con la tecnica doppia canna intrecciata venturina.

LA VISITA - IERI A VICENZA E VENEZIA

La giornata veneta delle donne della White House inizia ieri poco dopo mezzogiorno, quando al Marco Polo di Tessera atterra l’Air Force Two e dalla scaletta scendono Michelle Obama di rosso vestita, ballerine piatte, ciglioni e maquillage perfetto, le figlie Sasha e Malia in abituccio corto. I saluti di casa li fanno in tre: il prefetto Domenico Cuttaia, il governatore della Regione Luca Zaia e il neosindaco di Venezia Luigi Brugnaro. Un’ora dopo c’è la tappa vicentina e anche se si è terra veneta si respira America.

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Poco prima delle 16 il corteo presidenziale si infila in autostrada alla volta di Venezia. Strade bloccate, traffico fermo. E si ferma anche il cerimoniale della Casa Bianca perché la visita istituzionale in Italia della First Lady è finita e adesso comincia la parte privata. Visita blindatissima, dunque, a partire dal Molino Stucky dove è stata prenotata la suite da 300 metri quadri (prezzo di listino 12mila euro a notte), fino a Piazza San Marco dove Michelle e figlie sono attese nel tardo pomeriggio ma l’organizzazione beffa tutti, facendo entrare le signore in Basilica e a Palazzo Ducale passando da un rio interno. E chi era con lei racconta che si sia emozionata fermandosi sul Ponte dei Sospiri.

Ultimo aggiornamento: 15:06 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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