Addio a Gianluca Bottacin, una vita dedicata al basket

Mercoledì 3 Febbraio 2021 di Stefano Babato
Addio a Gianluca Bottacin, una vita dedicata al basket

MARGHERA - Addio a Gianluca Bottacin, una vita dedicata al basket. Il Bottax, così lo chiamavano gli amici più cari, è morto ieri a Vigevano dove da 30 anni aveva messo radici dopo aver trascorso gli anni della gioventù a Marghera dove risedeva con la famiglia. Bottacin, classe 1962, che da tempo soffriva di problemi di salute, è stato stroncato da un'emorragia che purtroppo non gli ha lasciato scampo. In molti a Mestre e Venezia lo ricordano come un grandissimo appassionato di basket, lo sport che ha subito abbracciato facendo parte praticamente di tutte le squadre giovanili della Reyer, compreso il gruppo Cadetti guidato allora da Ettore Messina.

Con la Reyer (che ieri ha postato un messaggio di cordoglio) ha fatto anche una brevissima apparizione con la prima squadra prima di lasciare Marghera e iniziare la sua lunga carriera senior da giocatore. A cavallo tra gli anni '80 e '90 ha vestito per due anni la maglia gialloblù della Pallacanestro Vigevano allora in B2. Fu proprio a Vigevano che Gianluca conobbe la sua futura moglie, Roberta, stabilendosi quindi definitivamente in città e mettendo su famiglia (due figli, Jacopo e Filippo). Toccante il ricordo del figlio Jacopo postato su Facebook (La giornata tipo). 


«Purtroppo è venuto a mancare mio padre, un uomo di sport dalla testa ai piedi, un uomo che ha giocato per 30 anni a basket, in tutte le categorie, dalla Serie A fino alle minors. Non era per nulla una persona tecnologica, ma per la vostra pagina avrebbe fatto qualsiasi cosa, non si perdeva un post perché gli piaceva leggere gli aneddoti e le storie sportive che tirate fuori ogni giorno. E ogni volta mi guardava e mi chiedeva: Chissà se un giorno verrò ricordato anche io. Ecco, vi posso assicurare che in queste ore ho ricevuto messaggi da tutta Italia, in ogni singolo posto dove ha giocato ha lasciato un segno, e le persone a distanza di anni si ricordano ancora con affetto di lui. Persino Ettore Messina, suo ex allenatore, mi ha inviato un messaggio per trasmettere la sua vicinanza. Se papà sapesse che Messina mi manda messaggi, probabilmente piangerebbe dalla felicità».


«Papà - scrive ancora Jacopo - era una persona semplice. Uno che ha fatto di tutto per il suo amato basket: ha giocato, ha allenato, ha fatto il dirigente, l'accompagnatore delle giovanili, il vicepresidente, il tifoso, quello che asciuga il campo o che va a chiudere la palestra a mezzanotte. Io non sono nessuno, e sicuramente il nome di mio papà non dirà nulla al 90% delle persone. Mi piacerebbe però che il basket italiano gli dedicasse un pensiero o anche un minuto di silenzio, per la persona che è stata. Ricordare lui per ricordare le tantissime persone che ogni giorno in Italia, nel loro piccolo, sono il vero motore che manda avanti lo sport. E sono sicuro che il suo amore per il basket andrà oltre a quello terreno».

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Potrebbe interessarti anche
caricamento

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci