Recinto dei coloristi, una transenna bianca sul red carpet, a lato del portone di vetro di ingresso del Palazzo del cinema del Lido di Venezia, lì dove stanno il presidente della Biennale Roberto Cicutto e il direttore della Mostra Alberto Barbera ad accogliere attori e registi. Nel recinto ci sono i giornalisti accreditati, col bollino, che possono raccontare il red carpet. Praticamente una gabbia in prima fila. Ma senza filtro. E con domande ricorrenti: Quella chi è? E quella più in là che fa? Ma quella che pare nuda ce le ha le mutande o no? Le chiamano smutandate, nel 2016 animarono un salotto di altissimo rango.
PERCHÉ
Ma il punto, al di là della mutanda, è: perché la Biennale che organizza non la Mostra del cinema, ma la Mostra internazionale d'arte cinematografica, il festival più vecchio del mondo, la bellezza di 90 anni di vita, consente che delle signorine - bellissime, certamente - calchino il red carpet e poi manco entrino in Sala Grande per vedere il film? Perché la Biennale si accorda con agenzie del settore - così, spiegano - per far sfilare davanti ai fotografi ineccepibili bellezze ma che nulla hanno a che fare con ciò che viene proiettato sul grande schermo?
Sul red carpet negli ultimi anni si è (s)visto di tutto. La passerella principale è quella delle ore 19, significa che i fotografi sono già in postazione alle 18. La prima a passare è la madrina della Mostra del cinema, ogni sera un abito diverso griffato da uno stilista italiano. Poi ci sono le delegazioni degli sponsor: danno un sacco di soldi alla Mostra del cinema, in cambio hanno biglietti e red carpet. Appunto: chi può calcare il tappeto rosso? C'è chi potrebbe e non lo fa (gli stessi Barbera e Cicutto che entrano dalle porte laterali del Palazzo del cinema, esattamente come i componenti del Cda della Biennale, il sindaco Luigi Brugnaro, il governatore del Veneto Luca Zaia). Ma c'è chi non sogna altro. E così arrivano le influencer e le dive dei reality. Conosciute solo a chi sta davanti alla tv e ai social.
Red carpet a Venezia, chi puo' sfilare
La regola è: biglietti. Compri il biglietto per la proiezione doc della Mostra del cinema, solitamente quella delle ore 19, e sei autorizzato a calcare il red carpet. Poi entri in Sala grande e ti vedi il film, bello o brutto che sia. Ma c'è un oppure. Ossia: fai il red carpet e siccome non te ne frega niente del film, perché quel conta è sfilare sul red carpet davanti ai fotografi, a Venezia c'è la possibilità di sfilare per niente. Per nessun film, per nessun attore e nessuna attrice, per nessuna causa. Ecco, la domanda è: se non c'è nessun ritorno tranne quello della cronaca rosa, perché la Biennale di Venezia accetta e favorisce le smutandate sul tappeto rosso? Perché?