Licenziata, ex colf denuncia i coniugi in Brasile: chiesta l'estradizione

Martedì 7 Febbraio 2017
Una veduta di Rio de Janeiro
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VERONA - «La vicenda dei due coniugi veneti che rischiano l'estradizione in Brasile per un'accusa formulata dalla loro ex domestica è inquietante e paradossale. Le autorità brasiliane negano da anni l'estradizione in Italia del terrorista rosso Cesare Battisti, condannato in contumacia all'ergastolo per diversi omicidi, e ora chiedono l'estradizione di due italiani, non per l'esecuzione di una sentenza passata in giudicato, ma in base alla semplice denuncia di una cittadina brasiliana. Mi rivolgo al ministro della Giustizia Orlando affinché rispedisca al mittente questa richiesta da parte del Brasile: deve essere la magistratura italiana ad occuparsi della questione. Battisti dovrebbe essere in galera in Italia, invece se ne sta in spiaggia in Brasile e questo è inaccettabile».

Lo afferma Elvira Savino, deputata di Forza Italia commentando la notizia pubblicata dal Corriere della Sera. Si tratta di una vicenda che riguarda una coppia residente nella provincia di Verona: secondo quanto riferisce il quotidiano, la colf della coppia, una ragazza brasiliana, dopo essere stata licenziata è tornata in patria e ha denunciato i suoi ex datori di lavoro per aggressioni fisiche anche a scopo sessuale. Le autorità brasiliane hanno chiesto l'estradizione della coppia. Quella della moglie, brasiliana di nascita ma italiana in seguito al matrimonio, è stata già autorizzata dalla Corte d'Appello di Venezia e dalla Vi sezione della Cassazione. Su quella del marito si pronuncerà la Corte d'Appello di Venezia domani, mercoledì 8 febbraio. Il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, invece ha negato il 2 febbario l'estradizione di lei.
L'eventuale rinvio a giudizio della coppia, secondo fonti legali, potrebbe dare più peso a uno degli elementi sostenuti dal collegio difensivo contro l'estradizione: e cioè il fatto che un'azione penale in Italia giunta fino alla richiesta di processo, per presunti reati avvenuti nel territorio nazionale e a carico di due italiani, sarebbe di fatto ostativa all'estradizione per gli stessi fatti. Le ipotesi d'accusa presenti nel procedimento aperto dalla procura veneziana - ricorda l'avvocato Christian Faccioli, del foro di Verona - riguardano i maltrattamenti e la riduzione in schiavitù della ragazza. L'intera vicenda - come ricorda lo stesso legale - aveva preso avvio nel 2010 con una denuncia presentata dalla coppia nei confronti della ragazza brasiliana che era stata a servizio in casa con compiti anche di baby sitter per i loro quattro figli. L'esposto era stato per maltrattamenti verso i minori. Alcuni anni dopo, si era avuta notizia di una denuncia da parte della giovane, presso le autorità dello stato di Bahia, nei confronti dei due.
Ultimo aggiornamento: 8 Febbraio, 15:05 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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