Trump snobba Oscar e giornalisti

Lunedì 27 Febbraio 2017
Trump snobba Oscar e giornalisti
Non sarò presente alla cena dei corrispondenti della Casa Bianca quest'anno. Auguri a tutti, e buon divertimento. Prima di andare a letto sabato sera Donald Trump ha liquidato così la 97ma edizione del gala che ogni primavera celebra una notte di tregua tra i giornalisti e il presidente degli Stati Uniti, in una festa a base di satira, autocommiserazione, costosissimi posti a tavola e vino mediocre. Trump ha giocato la carta dell'innamorato che sta per essere lasciato, e decide di muovere la prima mossa. La prestigiosa testata The New Yorker aveva già fatto sapere che non avrebbe organizzato quest'anno la prima delle cene che apre i festeggiamenti dell'ultimo fine settimana di aprile a Washington. La rivista Vanity Fair aveva già cancellato l'after dinner party che normalmente segue l'evento il sabato sera, e il quotidiano US News si era defilato dalla lista dei presenti. Il nemico di prima linea secondo Trump, il New York Times, da anni la diserta. La tensione tra la Casa Bianca e i media ha raggiunto livelli esplosivi dopo l'atto di censura che venerdì scorso ha escluso le maggiori testate nazionali da una conferenza stampa tenuta dal portavoce Sean Spicer, e dopo i nuovi attacchi che Trump ha portato ai media durante la sua apparizione all'assemblea dei conservatori americani. Il presidente non è stato eletto per parlare ai giornalisti o alle celebrità nazionali, ha spiegato ieri l'addetta stampa Sarah Huckabee Sanders. Nella realtà Trump è un onnivoro consumatore dei media. Guarda avidamente ogni sera la televisione che gli dedica uno spazio senza precedenti, e puntualmente la mattina dopo si lamenta del modo in cui la sua immagine e le notizie che lo riguardano vengono rappresentate, al punto che ha definito i media il nemico principale dell'America, e i giornalisti le persone più corrotte e fraudolente in circolazione. Il pubblico americano che assiste a questa saga è schierato dalla parte del presidente: il 54% degli intervistati in un recente sondaggio pensa che i giornali distorcono puntualmente la portata delle notizie per mettere Trump in cattiva luce. Il paradosso è che più la tensione aumenta, maggiore diventa l'esposizione mediatica. Ieri è apparsa sul sito web Politico un'illazione, secondo la quale gli Usa starebbero considerando di ritirare la loro presenza dalla commissione per i Diritti Umani dell'Onu che condanna spesso Israele in rapporto ai palestinesi.
In questa atmosfera era inevitabile che una ribalta privilegiata come la premiazione per gli Oscar, snobbata da Trump che è andato al gran ballo dei Governatori, ieri sera si trasformasse in una fragorosa platea del dissenso. Per la prima volta nella sua storia, il New York Times ha pagato uno spot televisivo da mandare in onda durante la serata degli Oscar. Un semplice messaggio scandito sullo sfondo di una pagina bianca, nel quale si succedono le tesi contrastate del dibattito in corso sulle notizie vere e quelle false, e che si conclude con la scritta: La verità è più importante che mai.
© riproduzione riservata

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci