BELLUNO - (D.T.) Dimezzata. O quasi. L'edilizia made in Belluno che stenta ad uscire

Martedì 27 Settembre 2016
BELLUNO - (D.T.) Dimezzata. O quasi. L'edilizia made in Belluno che stenta ad uscire dalla crisi ha subito un ridimensionamento epocale: dal 2008 ad oggi in provincia si sono persi migliaia di posti di lavoro. Oltre il 40% secondo il dossier 2015 dell'Ance Veneto (associazione nazionale costruttori edili). Il dato per Belluno dice che al 31 dicembre 2015 la provincia dolomitica contava circa 6.100 occupati nelle costruzioni. Un numero in netto calo rispetto all'anno precedente, visto che il crollo dal 2014 al 2015 è stato del 17,4% (il peggiore a livello regionale e il peggiore in assoluto dall'inizio della crisi ad oggi). E a quanto pare, l'emorragia non si arresta. «Anche quest'anno abbiamo avuto una moria di addetti alle costruzioni - dice Giacomo Deon (foto), presidente di Confartigianato Belluno -. L'edilizia, che è stata per anni il settore trainante dell'economia italiana, paga lo scotto di una crisi senza precedenti. Nell'ultimo anno abbiamo perso il 10% degli emolumenti, ovvero di paghe non più fatte perché gli operai che le percepivano non lavorano più. Negli ultimi otto anni, invece, abbiamo perso circa 3.700 maestranze, o posti di lavoro».
Eppure, potrebbe esserci una piccola luce in fondo al tunnel. Un dato può accendere l'ottimismo: il flusso di nuovi mutui per l'acquisto di case da parte delle famiglie si è rimesso in moto. Nel Bellunese nel 2015 l'aumento dei mutui rispetto al 2014 è stato addirittura del 91%.

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